Quella volta in cui gli USA cercarono di vincere la II Guerra mondiale con 30 volpi “radioattive”

Gli USA pensavano che rendere fosforescenti le volpi potesse spaventare le forze giapponesi, sfruttando le superstizioni legate alle kitsune

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il governo degli Stati Uniti sperimentò numerosi metodi non convenzionali per destabilizzare il nemico. Tra questi, uno dei più stravaganti fu l’Operazione Fantasia, un piano elaborato dall’Office of Strategic Services (OSS), il precursore della CIA, che prevedeva l’uso di volpi fosforescenti per spaventare le forze giapponesi, sfruttando superstizioni locali legate alle kitsune, creature mitologiche del folklore giapponese

Stanley Lovell, capo della ricerca e sviluppo dell’OSS, aveva la responsabilità di ideare strategie creative e non ortodosse per aiutare lo sforzo bellico. Allen Abrams, direttore ad interim della ricerca e sviluppo, propose di creare un dispositivo a forma di creatura, come una volpe o un drago, capace di luminescenza senza una fonte di luce evidente. L’idea era di sfruttare la paura dei giapponesi per le kitsune, che spesso erano viste come foriere di sventura.

Ed Salinger, un uomo d’affari con esperienza in Giappone, suggerì di dipingere delle volpi vive con vernice luminescente per farle apparire come spiriti soprannaturali. Questa vernice era pericolosamente radioattiva, ma il benessere degli animali non fu considerato.

Nonostante i noti rischi della vernice, come dimostrato dal caso delle “Radium Girls” negli anni ‘20, l’OSS dipinse 30 volpi e le rilasciò nel Rock Creek Park di Washington, D.C., per un test. I cittadini, spaventati dalla vista delle volpi fosforescenti, fuggirono terrorizzati, dimostrando l’efficacia potenziale del piano.

Alla fine l’Operazione Fantasia fu scartata

Il passo successivo era portare le volpi in Giappone. Per testare se le volpi potessero nuotare fino alla costa giapponese, furono gettate nella baia di Chesapeake. Sebbene raggiungessero la riva, la vernice non resistette. Salinger suggerì di rilasciare un gran numero di volpi, sperando che alcune trovassero popolazioni da spaventare. Proponeva anche l’uso di altri animali pelosi come topi muschiati e coyote, ma l’idea fu ritenuta impraticabile.

Infine Salinger ideò un piano per creare una volpe impagliata con un teschio umano attaccato alla testa, dotata di un dispositivo meccanico per muovere la mascella. Questa volpe finta avrebbe dovuto fluttuare nell’aria tramite un pallone o un aquilone, anch’essa dipinta con vernice fluorescente, accompagnata da simpatizzanti che recitavano canti per simulare uno spirito posseduto.

Nonostante la creatività di Salinger, l’Operazione Fantasia fu scartata prima di essere implementata. Lovell rimase scettico sin dall’inizio e concluse che il progetto “servirà come critica per noi nel campo della ragion pura”. L’Operazione Fantasia rappresenta uno degli esempi più eccentrici degli sforzi bellici non convenzionali, dimostrando fino a che punto l’OSS era disposto a spingersi nella guerra psicologica.

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Fonte: National Archives

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