Un nuovo stormo di ibis eremita ha spiccato il volo nei cieli europei, in un viaggio epico di 2.800 km guidato dall’uomo

Un team di scienziati sta guidando 36 ibis eremiti in un itinerario migratorio dall'Austria alla Spagna a bordo di un aereo ultraleggero. Il progetto mira alla reintroduzione di questa specie estinta in Europa e alla conservazione di altri uccelli migratori

Un tempo diffuso in gran parte dell’Europa, l’ibis eremita settentrionale era scomparso dal continente da diversi secoli. Oggi, grazie a un progetto pionieristico, questi uccelli stanno riprendendo il loro antico percorso migratorio, guidati da “genitori adottivi” umani a bordo di un aereo ultraleggero.

Un volo di speranza lungo 2.800 km

Trentasei ibis eremiti stanno seguendo un piccolo aereo in un viaggio epico di 2.800 km, dall’Austria alla Spagna. Questo volo, spiccato il 13 agosto e che potrebbe durare quasi due mesi, rappresenta un tentativo senza precedenti di reintrodurre una specie migratoria utilizzando questa tecnica innovativa.

Il biologo Johannes Fritz, ideatore del progetto, pilota l’ultraleggero, mentre altri scienziati siedono sul retro, incoraggiando gli uccelli a volare. “È un’esperienza quasi surreale”, ha raccontato Fritz al Guardian. “Essere lassù nel cielo con questi uccelli, vederli volare in perfetta armonia, è qualcosa di straordinario e commovente”.

Un’idea nata da un film

L’ispirazione per questo progetto è venuta a Fritz dal film “Fly Away Home” del 1996, in cui il protagonista insegna a delle oche orfane a migrare guidandole con un aereo ultraleggero. Il film stesso si basa sulla storia vera di Bill Lishman, un naturalista che utilizzò lo stesso metodo con successo nel 1988.

La difficile storia dell’ibis eremita

L’ibis eremita settentrionale, noto anche come Waldrapp, era un tempo comune in Nord Africa, nella penisola arabica e in gran parte dell’Europa. Tuttavia, la caccia indiscriminata e la distruzione del suo habitat hanno portato alla sua estinzione in Europa centrale.

Negli ultimi due decenni, gli sforzi di riproduzione in cattività hanno permesso di aumentare la popolazione di ibis eremita. Tuttavia, senza la guida degli antenati selvatici, questi uccelli avevano perso la memoria della loro rotta migratoria. I primi tentativi di reintroduzione fallirono, poiché gli uccelli, disorientati, volavano in direzioni sbagliate e morivano.

Il ruolo cruciale dei “genitori adottivi”

Per preparare gli ibis al viaggio, i pulcini vengono prelevati dalle colonie riproduttive dello zoo austriaco di Rosegg pochi giorni dopo la schiusa e allevati da genitori adottivi umani. Questo processo  crea un legame di fiducia che permette agli uccelli di seguire i loro genitori umani lungo la rotta migratoria.

Barbara Steininger, una delle madri affidatarie, descrive il suo ruolo come quello di una “mamma uccello“. “Li nutriamo, li puliamo, ci prendiamo cura di loro”, spiega. “Sviluppiamo un rapporto individuale con ognuno di loro”.

Un progetto di successo

Quest’anno segna il 17° viaggio guidato dall’uomo. L’attuale stormo dovrebbe arrivare a Vejer de la Frontera, in Andalusia, all’inizio di ottobre.

Dal 2002, anno di inizio del progetto, la popolazione di ibis eremita in Europa centrale è passata da zero a quasi 300 esemplari. Nel 2011, un ibis è riuscito a tornare dalla Toscana alla Baviera senza l’aiuto dell’uomo, dimostrando che il progetto sta funzionando.

Le sfide della crisi climatica

La crisi climatica sta rendendo la migrazione più difficile per gli ibis eremiti. Le temperature più elevate costringono gli uccelli a migrare più tardi nella stagione, affrontando condizioni meteorologiche più fredde e pericolose durante l’attraversamento delle Alpi.

Per far fronte a questa sfida, il team ha sperimentato una nuova rotta nel 2023, dalla Baviera all’Andalusia, nel sud della Spagna. Questa rotta è più lunga di quella precedente, ma offre condizioni più favorevoli per la migrazione.

Il progetto dell’ibis eremita non riguarda solo questa specie. Come sottolinea Fritz, “Questo metodo che abbiamo sviluppato è urgentemente necessario per un numero crescente di altre specie di uccelli migratori. È un progetto pilota che mostra cosa è possibile fare“.

Fritz spera di poter applicare questo modello ad altre specie minacciate, come oche, gru, cicogne e altri ibis. “Penso che potrei innamorarmi di ogni specie con cui lavoro”, confessa. “Mi piacerebbe continuare a volare con gli uccelli”.

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