Più di un animale migratore su 5 è a rischio estinzione: l’allarmante rapporto dell’ONU

Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sulla conservazione delle specie migratorie di animali selvatici, gli animali migratori sono in forte pericolo e declino: è fondamentale proteggerle per salvaguardare il pianeta

Gli animali migratori del mondo – tartarughe marine, balene, squali, elefanti, rettili, gatti selvatici, uccelli e persino insetti – sono entrati in un periodo di forte declino, secondo una nuova ricerca. A rivelarlo è il primo rapporto sullo stato delle specie migratorie del mondo, pubblicato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla conservazione delle specie migratorie di animali selvatici.

Ha infatti mostrato che lo stato di conservazione di molte specie migratorie sta peggiorando. La Convenzione mantiene un elenco di specie migratorie che necessitano di protezione. Il rapporto mostra che quasi la metà (44%) di queste specie è in ulteriore declino. Più di una su cinque (22%) delle specie migratorie già minacciate rischia ora l’estinzione.

Quasi tutte (97%) le specie ittiche migratorie che già necessitavano di protezione sono ora a rischio di estinzione. Il rapporto chiede inoltre un’azione urgente per proteggere altre 400 specie migratorie, principalmente uccelli e pesci, che non sono attualmente coperte dalla Convenzione.

La minaccia più significativa è il sovrasfruttamento della caccia e della pesca

Le specie migratorie minacciate che si trovano in Africa, Asia e Nord America stanno subendo il declino più rapido. Le specie elencate più minacciate al mondo sono i pesci. Delle specie migratorie che la Convenzione elenca come bisognose di un certo livello di protezione, il 97% è a rischio di estinzione.

Il sovrasfruttamento della caccia e della pesca è la minaccia più significativa per le specie migratorie a livello globale. Il rapporto mette in evidenza il bycatch della pesca come un problema enorme. Il bycatch si verifica quando i pescatori commerciali di un tipo di pesce uccidono altre creature marine che rimangono impigliate nelle reti da pesca.

Per quanto riguarda gli uccelli che migrano tra l’Africa e l’Europa, questi sono sottoposti a una “intensa pressione venatoria” da parte dell’uomo in diversi Paesi dell’Africa occidentale e sudorientale. Il rapporto sottolinea che non esiste un monitoraggio coordinato della minaccia agli uccelli migratori in Africa. Questo limita la capacità della comunità internazionale di comprendere l’entità del problema.

L’ecosistema del Serengeti-Mara, in Tanzania e Kenya, è un “esempio lampante” di come l’agricoltura, le strade, le recinzioni e gli insediamenti abbiano causato la perdita, il degrado e la frammentazione dell’habitat (suddivisione di un habitat in molte zone più piccole con un’area totale inferiore).

In Africa, il 79% dei nuovi terreni coltivati negli ultimi decenni è stato creato distruggendo la vegetazione naturale in cui vivevano molti animali migratori. L’inquinamento e l’introduzione di specie esotiche invasive negli habitat di vegetazione naturale mettono sotto pressione le specie autoctone.

Questo ha colpito alcune delle più grandi popolazioni di mammiferi ungulati migratori del mondo, tra cui lo gnu blu e la zebra di pianura. Queste specie sostengono popolazioni di predatori apicali come il ghepardo, il leone e il cane selvatico africano.

Perché le specie migratorie sono importanti

Le specie migratorie consumano tonnellate di cibo ogni giorno. Questo viene digerito e ridistribuito durante il viaggio, trasferendo le sostanze nutritive in tutto il mondo. Inoltre contribuiscono all’impollinazione e al mantenimento di habitat che immagazzinano carbonio grazie al pascolo.

Ad esempio, le creature delle profondità marine, in particolare il minuscolo zooplancton, migrano di notte dalle acque profonde alla superficie per nutrirsi di fitoplancton. Lo fanno per evitare i predatori sotto la copertura dell’oscurità. Si tratta della più grande migrazione di biomassa sulla Terra. Non è solo una tattica di sopravvivenza, ma svolge anche un ruolo vitale nel ciclo del carbonio, regolando così il clima della Terra.

La protezione delle specie migratorie va oltre la conservazione della biodiversità: è fondamentale per garantire un futuro più sano al nostro pianeta. Proteggendo gli animali che viaggiano, possiamo espandere le aree protette, migliorare la connettività degli habitat e affrontare le cause profonde del sovrasfruttamento e dell’inquinamento.

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Fonte: State of the World’s Migratory Species

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