Trovate microplastiche nel 66% delle gazze marine morte nel Mar Tirreno centrale (soprattutto nello stomaco e nel fegato)

Le microplastiche sono ovunque e vengono sempre più ingerite dagli animali: lo dimostra uno studio che ha rilevato la loro presenza nel 66% delle gazze marine morte nel Mar Tirreno centrale

Un recente studio ha portato alla luce dati preoccupanti riguardo l’inquinamento da plastica nel Mar Tirreno centrale, concentrandosi in particolare sulle gazze marine trovate morte durante l’inverno 2022-2023 lungo le coste italiane.

Questi uccelli, tipici del Nord Atlantico e solitamente poco presenti nel Mediterraneo, hanno svernato in numero eccezionale, con un contingente di circa 750 individui. I ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, insieme all’Università Federico II e all’Istituto portoghese MARE, hanno esaminato le carcasse di queste gazze, rivelando che il 66% di esse conteneva plastica.

Le analisi hanno mostrato che i frammenti di plastica erano presenti principalmente nello stomaco, ma anche in altri organi come il fegato e il muscolo pettorale. La plastica ingerita variava in dimensioni: il 38% dei frammenti superava i 5 millimetri, mentre il restante 62% rientrava nella categoria delle microplastiche.

In particolare erano presenti polietilene e polipropilene

I due polimeri maggiormente riscontrati erano il polietilene, utilizzato per produrre sacchetti e bottiglie, e il polipropilene, impiegato nella fabbricazione di contenitori per prodotti come detersivi e yogurt. Secondo i ricercatori, la presenza così elevata di plastica in questi uccelli, che si nutrono principalmente di pesce pelagico, rappresenta una potenziale concausa della loro morte.

Le gazze marine possono scambiare i frammenti di plastica per pesci morti, ingannate dalle caratteristiche olfattive dei detriti, spesso colonizzati da alghe e microrganismi. L’ingestione di plastica provoca gravi problemi alla salute degli uccelli, tra cui blocchi del tratto digestivo, malnutrizione e, in casi estremi, la morte.

Questo fenomeno è preoccupante soprattutto per l’elevata concentrazione di plastiche nel Mediterraneo, che, essendo un bacino semichiuso, raccoglie una quantità di microplastiche superiore rispetto ad altri mari, come l’Oceano Pacifico settentrionale. Al contrario, studi condotti in aree del Nord Atlantico indicano una presenza di plastica molto ridotta o addirittura assente nelle carcasse delle gazze marine.

Questo studio sottolinea ancora una volta come la presenza di plastica nel Mediterraneo rappresenti una seria minaccia per la biodiversità marina, e come le gazze marine, monitorate adeguatamente, possano fungere da indicatori della gravità del fenomeno che purtroppo è sempre più in crescita. Urge dunque un intervento deciso e importante per porre un freno a tutto ciò e fermare la morte di migliaia di animali.

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Fonte: Marine Pollution Bulletin

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