Una statua per Freya, il tricheco abbattuto a Oslo: un monito affinché non si ripeta questa tragedia

A pochi giorni dalla sua uccisione a Oslo, in Norvegia, è partita una raccolta fondi per costruire una scultura in ricordo del tricheco Freya

Ve ne avevamo parlato nei giorni scorsi: il tricheco Freya, dopo essere divenuto una sorta di attrazione nel fiordo di Oslo in Norvegia, è stato abbattuto tramite eutanasia dalle autorità locali, che lo hanno ritenuto una minaccia all’incolumità di persone e infrastrutture.

L’animale era stato spinto ad avvicinarsi al mondo degli umani da bocconcini di cibo lasciati da centinaia di curiosi desiderosi di vederlo e fotografarlo. Ma la banchina del porto non è certamente l’habitat più adatto ad un tricheco di 600 chilogrammi – e così Freya ha iniziato a dare segni di stress che hanno motivato le autorità a sopprimerlo la scorsa domenica.

L’uccisione immotivata di Freya, trattato prima come attrazione turistica e poi come elemento di disturbo da eliminare, ha scatenato proteste fra gli animalisti e le associazioni di tutela dell’ambiente. Ma non solo: lo scorso mercoledì è stata lanciata online una campagna di raccolta fondi sul portale Spleis.no per costruire una scultura in ricordo e tributo del giovane tricheco.

Finora sono state raccolte oltre 210.000 corone norvegesi (più di 21.000 euro) per finanziare la costruzione della statua – un monito per le generazioni che verranno affinché si impegnino più di quanto stiamo facendo noi per salvaguardare gli ecosistemi e difendere gli animali selvatici.

L’uccisione di Freya ha un forte effetto negativo di segnalazione che noi in Norvegia, e in particolare a Oslo, non siamo in grado di fornire spazio vitale agli animali selvatici – si legge nel comunicato che promuove la raccolta.

Erigendo una statua del simbolo che Freya è diventato in questi giorni, ricorderemo sempre a noi stessi (e alle generazioni future) che non possiamo o non dobbiamo sempre uccidere e rimuovere la natura semplicemente perché è “di intralcio”.

Il tricheco è una specie protetta che vive normalmente alle latitudini ancora più settentrionali dell’Artico. È abituato a fare lunghi sonnellini al sole, arrivando a dormire fino a venti ore al giorno. Ed è proprio durante i suoi sonnellini che Freya è stato avvistato da alcuni residenti, che lo hanno fotografato e lo hanno avvicinato lanciandogli bocconcini di cibo.

Nonostante i ripetuti appelli delle autorità locali a lasciare in pace l’animale, sempre più curiosi hanno continuato ad avvicinarsi al mammifero, a volte con bambini al seguito, per scattare fotografie e fare video. Questa invadenza nella propria routine ha messo sotto stress Freya, che ha iniziato a essere sempre più “nervoso” e sempre meno gestibile.

Gli animalisti hanno ritenuto quella di abbatterlo una decisione affrettata e senza senso: si sarebbe potuto sedare l’animale e spostarlo in un’area meno popolata – ma le autorità hanno sostenuto che queste sarebbero state operazioni complesse e costose.

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Fonte: Spleis.no

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