Un nuovo sottotipo di foca dagli anelli è stato identificato nei fiordi della Groenlandia occidentale. Lo rivela una nuova e lunga indagine condotta nell'area. La scoperta è a dir poco stupefacente. I ricercatori si chiedano ora se, disseminate in altre aree remote, vi possano essere altri ecotipi del mammifero marino dell'Artico
Delle tantissime regioni della Terra gli ecosistemi marini artici rappresentano territori ricchissime di sorprese per i ricercatori perché ancora inesplorati. È così nel fiordo di Ilulissat, nella Groenlandia occidentale, dove gli iceberg prendono vita.
In questo paesaggio di ghiaccio è stato identificato un nuovo ecotipo di foca dagli anelli artica, Pusa hispida hispida. A rivelarlo è un nuovo studio condotto dal Greenland Institute of Natural Resources e dall’Università di Copenhagen e apparso sulla rivista scientifica Molecular Ecology.
La foca dagli anelli è il mammifero marino artico più diffuso. Nell’area di Ilulissat, sito patrimonio mondiale dell’UNESCO, sono distribuite tuttavia delle foche molto particolari, differenti per dimensioni o tipo di mantello dagli altri esemplari finora noti.
Gli Inuit ne sono conoscenza e si riferiscono a questi animali con il nome specifico di Kangiat ossia foche del fiordo Kangia, ma gli scienziati hanno voluto saperne di più sull’evoluzione di questi pinnipedi. Per farlo hanno passato nove stagioni nell’Artico dedicandosi allo studio di questi esemplari.
Dal 2012 al 2020 un team di ricercatori internazionali ha effettuato analisi e campionamenti sulla popolazione di foche locali. Tramite un approccio multidisciplinare, gli esperti hanno provato che le foche di Ilulissat hanno caratteristiche biologiche uniche e sono rimaste isolate dagli altri esemplari di foca dagli anelli per migliaia di anni.
I nostri dati genomici dimostrano che la foca Kangia è stata isolata da altre foche dagli anelli per più di 100mila anni e che hanno sviluppato geni specifici che probabilmente codificano per la sua colorazione unica del mantello, le dimensioni del corpo e gli adattamenti al suo habitat speciale” scrivono i ricercatori.
Un’altra differenza consiste negli spostamenti della specie. Queste foche, infatti, tendono a rimanere unite all’interno del fiordo ghiacciato. Ciò non è stato riscontrato nelle altre foche dagli anelli, abituate a migrare e disperdersi nell’Artico.
Sorge spontaneo chiedersi se negli altri fiordi artici possano esistere altri tipi di foche dagli anelli ancora sconosciute alla comunità scientifica.
La scoperta è sicuramente molto interessante in quanto consente ai ricercatori di valutare come le singole specie rispondono ai cambiamenti in corso nell’Artico e rafforzare di conseguenza le azioni di tutela di questo territorio dal valore inestimabile.
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Fonte: Molecular Ecology
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