Riprende la caccia alle balene in Islanda: rinnovata la licenza all’unica compagnia baleniera del Paese

Neanche quest'anno la caccia alle balene in Islanda avrà fine. Il governo ha appena rinnovato la licenza per trucidare i cetacei nelle sue acque. Tuonano gli animalisti, che accusano il Paese di non fare abbastanza per la conservazione di questa specie vulnerabile

Un’altra stagione di caccia alle balene si aprirà in Islanda, dando inizio alla spietata mattanza dei cetacei nelle acque del Paese. Lo ha deciso il ministro per l’Alimentazione, l’Agricoltura e la Pesca, Bjarkey Olsen Gunnarsdóttir, concedendo la licenza per la stagione 2024 alla Hvalur hf., l’ultima compagnia baleniera d’Islanda.

In un comunicato ufficiale, il ministro ha rinnovato il permesso alla società e ha reso noto il numero di esemplari cacciabili per il corrente anno sulla base di fattori legati alla conservazione della specie e dell’ecosistema.

Saranno massacrate 128 balenottere comuni, 99 delle quali nella regione Groenlandia/Islanda occidentale e 29 nella regione Islanda orientale/Isole Faroe in un periodo che tradizionalmente va da giugno a settembre.

La decisione si basa su un approccio precauzionale e riflette la maggiore enfasi posta dal governo sull’uso sostenibile delle risorse” si legge nel testo, ma ciò non è abbastanza.

La pratica è fortemente criticata dalle organizzazioni di tutela animale poiché provoca sofferenze inimmaginabili negli animali essendo estremamente cruenta. Le balenottere comuni, molte delle quali gravide, vengono trucidate a distanza, quando un arpone perfora la loro carne. Non tutte, però, muoiono sul colpo.

Per ucciderle, a volte può essere necessario arpionarle più volte. In media, le balene muoiono dopo quasi 12 minuti, ma la morte può sopraggiungere anche dopo ore di infinita agonia. È quanto emerge da un rapporto pubblicato lo scorso anno sulla stagione di caccia 2022.

Nel report si apprende, ad esempio, che 2 balene sono state colpite 4 volte e sono decedute l’una dopo un’ora, l’altra dopo 2 ore. Malgrado il governo islandese abbia emanato norme più severe per regolamentare la caccia alle balene, come il divieto di uccisione delle balenottere comuni accompagnate da cuccioli, la strage non viene fermata.

Adam Peyman, direttore dei programmi sulla fauna selvatica dell’associazione Humane Society International, si dice profondamente deluso dalla decisione presa dal ministro Bjarkey Olsen Gunnarsdóttir.

Si poteva scrivere la storia, decidendo di non rinnovare la licenza alla flotta baleniera islandese e frenare una delle tante minacce alla conservazione delle balenottere comuni, ma non è andata così.

L’Islanda ha avuto la possibilità di fare la cosa giusta e ha scelto di non farlo” ha commentato amareggiato Peyman.

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Fonti: Stjórnarráð Íslands – HSI

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