Da oltre 10 anni quest'uomo dedica anima e corpo alle otarie della Namibia per liberarle da reti e lenze nelle quali possono trovare la morte. Attraverso i social diffonde i video dei salvataggi, educando la popolazione sui pericoli per gli animali marini e l'intero ecosistema
Lungo le coste atlantiche della Namibia, il primo Stato africano a introdurre la tutela ambientale nella sua costituzione, si possono incontrare migliaia di otarie. Vivono in colonie numerosissime dove, purtroppo, altrettanto numerosi sono i rifiuti che mettono a rischio la loro sopravvivenza.
Sono ricoperte da reti da pesca, hanno lenze nelle loro bocche, anelli di plastica che stringono il loro collo. Lo sa bene Naude Dreyer, un appassionato di kayak, che dal primo momento in cui ha visto un’otaria in difficoltà sapeva cosa fare.
Assieme a sua moglie, ha fondato nel 2013 l’organizzazione Ocean Conservation Namibia per aiutare tutti gli animali marini della Namibia e sensibilizzare la popolazione sul devastante impatto dell’inquinamento da plastica sull’oceano.
Portare avanti questo progetto significa incontrare quasi quotidianamente un animale in difficoltà. Per questo Naude e il suo staff pattugliano le spiagge osservando le colonie di otarie e individuando il caso del giorno. La perlustrazione può durare ore e ore prima di passare poi all’azione.
Ogni intervento è diverso dall’altro. Richiede una pianificazione, coraggio, allenamento. Quando ci si avvina ai gruppi di otarie, queste iniziano a correre verso l’oceano. Bisogna inseguirle e lanciarsi nell’impresa, braccandole con un retino oppure afferrandole con le mani per la coda.
A volte è questione di fortuna, ma anche quella serve per poter soccorrere gli animali. Tenendole ferme, si procede poi con la liberazione vera e propria con l’aiuto di forbici e coltelli per recidere il groviglio di fili e altri materiali che le intrappolano.
Ci vuole sangue freddo, pazienza e bisogna prepararsi anche all’idea di toccare con mano la sofferenza. Molti degli animali presentano cicatrici, ferite profonde, altri sono in fin di vita.
Non sempre si riesce a catturarli al primo tentativo e non sempre lo staff arriva in tempo per salvarli. Da quando Ocean Conservation Namibia è operativa, però, si è perso il conto di tutti i successi e i salvataggi effettuati.
Con il suo encomiabile lavoro, Naude Dreyer fornisce supporto anche ai ricercatori per monitorare lo stato di salute delle otarie in Namibia e dell’ecosistema marino. Sulla sua missione è incentrato il documentario Cutting the Line.
Da ormai 10 anni salva l’oceano e le sue creature e, sebbene sia una battaglia durissima, non ha intenzione di fermarsi.
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Fonti: namib_naude/Instagram
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