Approvata in Abruzzo una delibera che autorizza l'abbattimento di centinaia di cervi. Le associazioni di tutela animale lanciano una petizione contro la strage di cervi chiedendo di valutare strategie alternative che non implichino la morte dei selvatici
La vita di centinaia di cervi che popolano i territori abruzzesi è in pericolo. A inizio mese, la Giunta della Regione Abruzzo ha varato una delibera sulla gestione faunistica del cervo con l’approvazione del calendario venatorio per la stagione 2024-2025.
Con il parere favorevole di Ispra, il provvedimento autorizza l’abbattimento degli animali selvatici, esemplari giovani e adulti, in due comprensori al di fuori dei confini delle aree protette. La selezione sarà distinta per età e sesso, senza risparmiare neanche i cuccioli.
31 piccoli cervi maschi di età inferiore ai 12 mesi saranno trucidati in zona Sulmona, 42 femmine di più di 2 anni moriranno sempre nella stessa località. Nel comprensorio di gestione di Sulmona saranno uccisi complessivamente 202 cervi, 96 in quello di Avezzano.
A portare a termine il prelievo saranno ovviamente i cacciatori, che dovranno consegnare le carcasse ai punti di controllo. Questi ultimi saranno istituiti sul territorio per verificare la corrispondenza tra i capi abbattuti e i numeri stabiliti nonché procedere alla raccolta di eventuali campioni.
La reazione delle associazioni di protezione animale non si è fatta attendere. La misura è stata fortemente criticata dal WWF Abruzzo, che ha avviato una petizione per fermare questa imminente strage. Oltre 50mila persone hanno già firmato.
Una decisione che lascia davvero attoniti, sia sul piano naturalistico che su quello emotivo: per accontentare un piccolo gruppo di cacciatori, verso i quali presidente e vice-presidente della Regione Abruzzo manifestano una sempre maggiore sudditanza, si abbandona impunemente la visione di un Abruzzo capace di convivenza con la fauna selvatica e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni” ha commentato il WWF Abruzzo.
L’associazione chiede alla Regione Abruzzo di revocare nell’immediato la delibera e aprire un tavolo di confronto per intraprendere azioni non cruente nella gestione della fauna selvatica perché l’abbattimento non può essere l’unica soluzione.
Puoi firmare la petizione QUI.
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Fonti: Regione Abruzzo – Change.org
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