Perché non è una buona idea continuare a pubblicare video dell’orsa Amarena e i suoi cuccioli (anche se tenerissimi)

Continuano a circolare in rete immagini e filmati in cui compare l'orsa Amarena assieme ai suoi cuccioli tra i borghi dell'Abruzzo, osservati dagli abitanti e dai turisti. Sebbene nell'ultimo video apparso sui social il comportamento dei cittadini sia stato corretto, tutta questa fama è pericolosa per lei e per la sua specie

L’orsa Amarena, la mamma di Juan Carrito, M20, il famoso plantigrado deceduto a fine gennaio investito su un tratto stradale, continua a far parlare di sé facendosi avvistare in prossimità dei centri abitati o nelle loro vie. È successo nuovamente nei giorni scorsi a San Sebastiano dei Marsi, Bisegna, dove durante una tranquilla sera d’estate mamma Amarena è spuntata da un vicolo.

Si è guardata bene attorno per via della presenza di diversi cittadini e poi, una volta assicuratasi che i suoi due orsetti non correvano pericoli, li ha chiamati a sé per allontanarsi con loro scendendo le scale del paese.

Nulla da dire sul comportamento degli astanti, che si sono allontanati gradualmente senza urlare, fare scenate, correre o seguire i passi dell’orsa concedendole di muoversi liberamente. Tutti, come ormai è consuetudine, hanno assistito al passaggio di Amarena e cuccioli con i telefoni in mano scattando foto e registrando video.

Questi video sono finiti sui social generando reazioni e risposte diverse. C’è chi non riesce a trattenere l’emozione per essersi trovato così vicino a un orso bruno marsicano, chi condivide le immagini di questo incontro per dare una lezione al Trentino, dove la gestione dei plantigradi appare più problematica degli esemplari che la Provincia autonoma di Trento e Ispra definiscono tali.

Ma tutta questa attenzione mediatica fa bene alla specie? No e vi spieghiamo perché. Il ritorno dell’orsa Amarena in compagnia dei suoi piccoli è stata una notizia felice, ma che allo stesso tempo ha destato molta preoccupazione nei sindaci abruzzesi come negli esperti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che si occupano del monitoraggio dell’unica popolazione di orso bruno marsicano d’Italia.

Dopo l’avvistamento di Amarena centinaia di curiosi si sono precipitati letteralmente nei Comuni di Villalago, San Sebastiano dei Marsi, Lecce Nei Marsi e borghi limitrofi per poter vedere mamma orsa e fotografarla. Altri non si sono limitati alla semplice osservazione a distanza, ma hanno pedinato Amarena oltre i limiti.

Nel frattempo, mentre continuava la caccia mediatica alla mamma di Juan Carrito, altri orsi marsicani sono stati spaventati e importunati senza alcun motivo. L’avvistamento di orsi sembra essere diventato la nuova moda del momento. Amarena non è però l’unico orso bruno marsicano della zona, ma tutta questa popolarità rischia di mettere in pericolo lei e i suoi simili.

Il fatto poi che si aggiri indisturbata nel centro del paese è anche questo un problema poiché le aree urbane non corrispondono certamente all’habitat naturale degli orsi. Non sempre chi incontrano sul loro cammino tollera la specie.

Lo abbiamo visto in interazioni scorrette e inappropriate proprio di recente a Roccaraso dove delle persone a bordo di un’auto hanno inseguito un’orsa e il suo cucciolo mentre questi cercavano una via di fuga. I sindaci di diversi Comuni hanno emanato ordinanze per salvaguardare i selvatici, ma serve la cooperazione di tutti per garantire agli orsi una protezione completa.

Loro sono il più bello spettacolo che esista, ma hanno bisogno di tranquillità. Lasciamoli in pace senza che vengano infastiditi da turisti alla ricerca di video e foto ricordo come quelle che hanno visto sui social piuttosto che di esperienze in natura.

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