Straordinaria osservazione in Indonesia. Un orango di Sumatra selvatico ha curato una ferita sulla guancia applicando un trattamento naturale per giorni
Non solo delfini che si strofinano sui coralli per auto-medicarsi. Anche i primati curano le loro ferite ricorrendo a rimedi naturali nella “farmacia” dell’ambiente. Lo fanno i gorilla, ma anche gli oranghi.
Proprio un orango di Sumatra ferito in un combattimento è stato osservato nel suo habitat mentre applicava sul volto delle foglie appena masticate senza ingerirle e ripeteva il trattamento nei giorni seguenti. Nel giro di un mese, la ferita è guarita completamente.
Si tratta della prima registrazione del trattamento di ferite da parte di un orango di Sumatra allo stato selvatico. Il caso è stato oggetto di studio di una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports.
L’esemplare è un maschio di orango di Sumatra (Pongo abelii) di nome Rakus. Vive nel Parco nazionale di Gunung Leuser, in Indonesia, e nel 2022 è stato avvistato con una grossa ferita sulla guancia dovuta, come si presume, a uno scontro con un altro maschio.
Un gruppo di ricerca ha seguito l’animale e ha visto Rakus masticare il gambo e le foglie della specie Fibraurea tinctoria, una pianta chiamata anche Akar Kuning e nota localmente per le sue proprietà antibatteriche ed antiinfiammatorie oltre che effetti analgesici.
L’orango ha successivamente steso l’impiastro sul volto, ricoprendo tutta la ferita ed effettuando lo stesso medicamento per più giorni. I ricercatori hanno descritto accuratamente la straordinaria osservazione e hanno anche notato che l’orango ha trascorso più tempo a riposare.
Ciò suggerisce che l’animale stesse recuperando le energie perse a seguito del combattimento e accelerando il processo di guarigione. Rakus sembrava conoscere il procedimento, sapendo di trarne beneficio.
Gli studiosi credono, infatti, che questo comportamento sia intenzionale e sia diffuso socialmente da individuo a individuo. Tuttavia, nessun altro orango dell’area è stato visto utilizzare le foglie di Fibraurea tinctoria per curare le proprie ferite.
L’automedicazione in animali non umani non è una scoperta recente per quanto risulti difficile da documentare. La natura offre soluzioni a tutto con trattamenti condivisi tra le grandi scimmie.
Secondo gli esperti è “possibile che esista un meccanismo sottostante comune per il riconoscimento e l’applicazione di sostanze con proprietà mediche o funzionali alle ferite e che il nostro ultimo antenato comune mostrava già forme simili di comportamento nella preparazione di unguenti”.
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Fonte: Scientific Reports
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