Tutelare gli orsi così come la fauna selvatica vuol dire attuare le misure volte alla protezione dei plantigradi e allo stesso tempo degli abitanti che vivono in zone in cui si trova anche la popolazione alpina degli orsi. Ecco 6 piani di intervento che non dovrebbero più attendere
Le ultime vicende accadute in Trentino hanno dimostrato l’urgenza di migliorare la coesistenza essere umano-orso per proteggere e garantire la sicurezza dei plantigradi sulle Alpi e allo stesso tempo l’incolumità pubblica. Per quanto ora più che mai vi sia una necessità concreta, alcune delle misure come i cassonetti anti-orso dovranno attendere ancora molto, 5 anni per l’esattezza. (Leggi anche: I cassonetti anti-orso in Trentino saranno installati solo nel 2028: “è gravissimo”)
I piani su cui lavorare sono però tanti e non possiamo e non dobbiamo attendere che altri orsi finiscano nel Centro Vivaistico Forestale Casteller, da non confondere con l’omonimo centro della fauna alpina del Casteller, o paghino il prezzo con la loro vita. Veterinari ed esperti hanno sottolineato più volte che la compresenza uomo-orso è possibile e lo dimostrano anche altri Paesi nei cui territori vivono gli orsi.
Ma come fare praticamente? 6 sarebbero i punti su cui bisognerebbe intervenire nell’immediato come sottolineato dalle associazioni ambientaliste come il WWF Italia.
Le 6 azioni da intraprendere quanto prima
- comunicazione: informare ed educare la cittadinanza e i turisti a comportarsi correttamente nelle aree in cui è attestata la presenza dell’orso. Tutta la popolazione, bambini, famiglie, escursionisti, fungaioli, cacciatori, deve essere a conoscenza delle pratiche da attuare in natura. Per tale motivo è fondamentale che siano gli specialisti a tenere una campagna di comunicazione che coinvolga l’intero territorio
- rispetto delle regole: alla comunicazione devono seguire il rispetto delle regole e le sanzioni. Tra queste ricordiamo l’obbligo di tenere i cani al guinzaglio, il divieto di lasciare cibo agli animali selvatici o il divieto di effettuare trekking e passeggiate fuori dai sentieri segnati durante i periodi di maggiore attività dell’orso
- prevenzione: per evitare spiacevoli avvenimenti è necessario migliorare la gestione dei rifiuti organici, che attirano gli animali selvatici nei centri abitati. I cassonetti con dispositivi anti-orso non possono più aspettare
- spray al peperoncino: il Bear spray, uno spray al peperoncino anti-orso, deve essere legalizzato in Italia in quanto strumento realmente efficace in caso di incontro ravvicinato con un orso. In Alaska In 72 casi di interazione uomo-orso, le persone che hanno utilizzato spray deterrenti hanno bloccato il comportamento indesiderato di orsi bruni il 92% delle volte, il 90% di orsi neri e il 100% di orsi polari. Sono i dati a parlare
- revisione del PACOBACE: il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE) deve essere rivisto a 8 anni dalla precedente modifica concentrandosi sul principio della ripetitività degli eventi e dei danni provocati dall’orso. Il PACOBACE si basa su questo concetto, ma il numero di eventi o l’entità dei danni non vengono quantificati per definire un orso problematico
- connettività ecologica: è essenziale migliorare la connettività tra l’areale centrale della popolazione alpina di orsi e le aree limitrofe idonee attraverso l’individuazione di corridoi ecologici e interventi volti a mantenere a lungo termine la densità di orsi nel Trentino occidentale a livelli compatibili ecologicamente e socialmente
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Fonte: WWF Italia
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