Orsa F36: le associazioni impugnano il nuovo decreto per la cattura. “Recluderla al Casteller significa condannare a morte il suo piccolo”

Per l'orsa F36 è stata ordinata la cattura con reclusione al Casteller, "soluzione" che significherebbe morte certa per il suo cucciolo. Le principali associazioni animaliste italiane promettono battaglia dopo l'ultima decisione del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti

Non c’è pace per F36, l’orsa sorpresa con il suo cucciolo nei boschi di Roncone e accusata di un falso attacco a due cacciatori alle prime ore del mattino. Sebbene non sia mai stata autrice di comportamenti problematici e confidenti, F36 è stata giudicata colpevole dalla Provincia autonoma di Trento.

Il presidente Maurizio Fugatti ne aveva decretato l’abbattimento, ma dopo che la disposizione è stata bloccata fortunatamente dal Tar ora sulla testa del plantigrado pende l’ordine di cattura e reclusione al Casteller, il centro vivaistico provinciale più comunemente noto come “prigione per orsi”.

È qui che F36 dovrebbe finire, raggiungendo gli altri orsi imprigionati nelle gabbie della struttura. Attualmente al Casteller sono reclusi l’orso Papillon, M49, e l’orsa Gaia, JJ4. Trasferirla al Casteller significa morte certa per il cucciolo di F36, che sarebbe privato della sua mamma proprio come successo agli orsetti di Gaia.

Il piccolo dell’ultima orsa finita nel mirino della Pat ha pochi mesi di vita e ha bisogno della presenza della sua mamma per poter apprendere l’indispensabile tale da garantire la sua sopravvivenza in natura. Il provvedimento in sé appare inconcepibile e ha suscitato l’indignazione delle principali associazioni animaliste del Paese, che si sono dette pronte a impugnare l’ultimo decreto anti-orso del presidente Fugatti.

La crudeltà di Maurizio Fugatti non ha limiti. Visto che non è ancora riuscito ad ottenere il via libera all’uccisione di un orso, cerca di ottenere quello stesso risultato per via indiretta, privando un povero cucciolo del sostegno e del supporto della sua mamma, senza i quali è spacciato. Quanto più il presidente della PAT intende continuare nella sua sconsiderata politica persecutoria contro orsi e lupi, tanto maggiore è la nostra determinazione nel contrastarla in tutte le sedi opportune” hanno commentato le organizzazioni per i diritti degli animali Enpa, Leidaa e Oipa.

La reclusione nel Casteller non può essere la soluzione per F36 come per nessun altro orso del territorio. Il Trentino non è una terra amica degli orsi malgrado la Regione abbia scelto volontariamente di reintrodurre i selvatici con il progetto europeo Life Ursus e il trasferimento di 10 esemplari di orso bruno nelle Alpi Centrali.

Da quando il progetto è giunto al termine, troppo poco è stato fatto per monitorare la popolazione ursina in crescita, mitigare il conflitto essere umano-orso e lavorare per una serena convivenza con la specie selvatica.

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Fonte: Oipa

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