Sono 4 i cacciatori tra i sospettati per la morte dell'orsa F36, uccisa in Trentino. Ma per la Procura non vi sarebbero elementi sufficienti all'accusa, solamente indizi. La carcassa dell'orsa è stata rivenuta non distante da un punto di caccia, nei cui pressi si trovavano i cacciatori. Casualità?
Avevamo già questo timore e gli accertamenti condotti lo hanno confermato. L’orsa F36, come MJ5, non è deceduta per cause naturali. È stata assassinata e ora 4 cacciatori sono indagati per la sua morte.
Lo rendono noto le associazioni animaliste, che combattono una lunga ed estenuante battaglia per proteggere gli orsi trentini da minacce sempre più pressanti. Il caso della morte dell’orsa F36 aveva fatto clamore, inevitabilmente.
Accusata di aver seguito due escursionisti nel luglio 2023, il suo corpo è stato rinvenuto senza vita dopo due mesi, la sera del 24 settembre, nel territorio del Comune di Sella Giudicar nei pressi di un appostamento di caccia.
Quello stesso giorno, 4 cacciatori si muovevano nell’area in cui l’orsa è stata trovata morta. La loro presenza in zona è stata confermata dalle denunce di caccia e dai loro cellulari, elementi che hanno indirizzato i sospetti verso i 4 soggetti. F36 è stata uccisa infatti da colpi di arma da fuoco.
Shock ipovolemico conseguente a lesioni traumatiche agli organi vitali causate dal passaggio di un corpo metallico trasversalmente attraverso il torace dal lato destro a quello sinistro” chiarisce l’autopsia condotta sulla carcassa dell’orsa.
Il suo pelo sarebbe stato inoltre rasato per rimuovere i residui di polvere da sparo e non lasciare traccia. A questi inquietanti fatti si aggiunge la conferma che, al momento della morte, l’orsa era
L’orsa F36 non era in posizione di attacco quando è stata ammazzata. Giustiziata, quindi, solo perché orso.
Sebbene tutto lasci pensare a un crudele esecuzione, la Procura di Trento ha chiesto l’archiviazione del procedimento poiché gli indizi non sosterrebbero sufficientemente l’accusa. È davvero così oppure qualcuno sta cercando di insabbiare il caso?
La LAV ha fatto sapere che si sta già muovendo per scongiurare che chi ha ucciso F36 la faccia franca.
Con il nostro ufficio legale stiamo preparando l’atto di opposizione, il procedimento non deve essere archiviato, vogliamo che i responsabili paghino per questo ignobile atto di bracconaggio” ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici dell’associazione.
Chi si è macchiato le mani e la coscienza del sangue di quest’orsa deve pagare. La sua morte, in un clima d’odio verso gli orsi sempre più pesante, non deve restare impunita.
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Fonte: LAV
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