Orsa Amarena: a processo l’uomo che l’ha uccisa, con l’accusa aggravata da crudeltà

Fissata la data per la prima udienza preliminare per l'indagato che ha ammazzato l'orsa Amarena, animale selvatico simbolo dell'Abruzzo. Il soggetto deve pagare per la sua azione, che come hanno confermato gli esami, è stata mossa dalla volontà di uccidere mamma orsa

È stato citato a giudizio l’uomo che nella notte del 31 agosto 2023 si è macchiato le mani del sangue di Amarena, la femmina di orso bruno marsicano che viveva libera nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e zone limitrofe.

L’ha ammazzata senza esitazione mentre l’orsa si trovava con cuccioli a seguito nella periferia di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila. L’accusa è di uccisione di animali, aggravata da crudeltà.

Crudeltà perché, come avevano certificato gli accertamenti condotti sulla carcassa e denunciato le associazioni protezionistiche, l’orsa non costituiva alcun pericolo in quel momento. Il colpo, inoltre,  è partito in un’area in presenza di abitazioni.

Gli esami balistici hanno provato che l’orsa è morta per emorragia interna, trafitta da un proiettile di calibro 12. Non era in posizione di attacco, e questo sono i referti a dirlo, e non vi era quindi alcuna giustificazione per imbracciare un fucile e ucciderla, rendendo orfani i suoi piccoli.

Non si è trattato di un errore né di un tentativo di spaventare l’animale selvatico. L’indagato ha sparato per uccidere. Lo ha confermato anche il pm Maurizio Maria Cerrato, visionando la perizia balistica.

Il suo è stato un gesto ignobile e feroce, e non deve restare impunito. Per questo, le organizzazioni di tutela animale hanno continuato a dare battaglia, supportate dai cittadini abruzzesi e non.

“Giustizia per Amarena” è il coro che ha ispirato manifestazioni, cortei, sit-in ed eventi per mantenere alta l’attenzione su questo gravissimo episodio, che ha inflitto un duro colpo alla popolazione di orsi marsicani dell’Italia centrale.

Amarena, è bene ribadirlo, aveva dato un prezioso contributo alla riproduzione della sua specie essendo una delle femmine più fertili della storia del Parco. Gli ultimi due cuccioli sono gli orsacchiotti che hanno accompagnato la loro mamma quel 31 agosto dello scorso anno.

Grazie alle azioni di monitoraggio messe in atto dal personale del PNALM e tutti gli enti intervenuti, i due piccoli di Amarena sono sopravvissuti all’inverno. L’aggiornamento più recente risale ad aprile, quando i due ormai giovani orsi sono stati avvistati ancora insieme.

Con le indagini chiuse a giugno, si ha ora una data per la prima udienza preliminare. Il Tribunale di Avezzano ha convocato l’indagato il prossimo 23 dicembre al Giudice dell’udienza preliminare (Gup).

L’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali, e altre associazioni di tutela animale si costituiranno parte civile nel processo confidando in una condanna esemplare.

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Fonte: OIPA

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