Nate libere e morte in cattività: 5 storie di orche sfruttate e decedute nei parchi acquatici

Venute al mondo in mare e decedute in una vasca di un parco acquatico. Queste sono 5 storie di orche sfruttate fino alla fine, quando la morte le ha liberate dalla loro misera esistenza. Come loro, tantissimi altri animali di cui non conosciamo il nome continuano a essere sfruttati dai parchi divertimenti, da prigionieri

Catturate in mare aperto e cresciute in cattività, confinate in vasche dal fondo azzurro, talvolta in completa solitudine. Assieme ai delfini, la orche sono tra i mammiferi marini più sfruttati dai parchi acquatici.

Sono costrette a esibirsi in spettacoli come fossero clown, a eseguire coreografie ed esercizi per intrattenere il pubblico. Sono addestrate per questo, per divertire, ma la loro reclusione in cattività è un tormento che non ha mai fine.

Nella maggior parte dei casi è la morte a liberare le orche dalla disperazione, dalla frustrazione di un’esistenza misera. È successo a centinaia di loro e continua a succedere. Noi vogliamo ricordare le storie di 5 tra orche e pseudorche affinché possano aprirci gli occhi e farci riflettere.

Loro erano le orche Tilikum, Freya, Kisha, Lolita e la pseudorca Kina.

Tilikum

Tutti avranno sentito parlare almeno una volta di Tilikum, l’esemplare maschio di orca protagonista di Blackfish, il documentario che ci sbatte in faccia la prigionia degli animali marini in cattività.

Nel 1983 è stato catturato nelle acque dell’Islanda per arrivare prima in Canada e poi negli Stati Uniti da SeaWorld. La vita di Tilikum si può riassumere così, in cattività, dagli anni Ottanta. Lo stress era tale che Tilikum ha ucciso tre persone nel corso della sua desolante reclusione.

È morto nel parco di Orlando nel 2017 a causa di una infezione batterica polmonare.

Freya

Freya era una femmina di orca che fino all’ottobre 1982 nuotava nell’Atlantico del Nord. Aveva solo un anno quando la sua libertà è terminata improvvisamente. Freya venne catturata e trasferita al Marineland Antibes. Qui è sopravvissuta fino al 2015, quando una malattia l’ha portata via.

Kina

Kina era una pseudorca con un passato fatto di acuta sofferenza. Dopo che la sua famiglia è stata massacrata dai pescatori, Kina è passata da un parco acquatico all’altro. È stata anche sfruttata per esperimenti acustici volti a misurare la soglia del dolore nei cetacei. Aveva 44 anni quando è deceduta nel 2019.

Kiska

Kiska era l’orca più sola del mondo. Ha passato 12 anni in completo isolamento, senza incontrare nessun altro esemplare della sua stessa specie. 12 miserabili anni in cui Kiska sbatteva con forza la testa contro il vetro della sua vasca. Era estenuata, non ne poteva più. Se n’è andata nel 2023 dopo oltre 40 anni di reclusione.

Lolita

Correva l’anno 1970 quando l’orca Lolita venne catturata nel Pacifico nord-occidentale. Da allora ha passato oltre 50 anni lontana dal mare. Lolita, per tutti Toki, è morta al Miami Seaquarium nel 2023.

I loro sono solo alcuni dei racconti disperati di animali nati liberi e morti prigionieri per volontà dell’essere umano. Non è così che avrebbero dovuto vivere.

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