Oltre 30 balene spiaggiate in Nuova Zelanda tornano a nuotare grazie all’aiuto delle persone in spiaggia (coordinate dai Māori)

Più di 30 balene arenate sono state trasportate in acque più profonde sulla spiaggia di Ruakākā grazie all’impegno dei volontari che le hanno sollevate con i teli

Lo scorso 24 novembre una straordinaria operazione di salvataggio ha avuto luogo sulla spiaggia di Ruakākā, in Nuova Zelanda, dove oltre 30 globicefali si erano arenati. La comunità locale, coordinata dal gruppo Māori Patuharakeke e supportata dal Dipartimento di Conservazione (DOC), ha lavorato intensamente per riportare gli animali in mare. Purtroppo, quattro balene, tra cui un cucciolo, non sono sopravvissute.

L’intervento è stato un esempio notevole di cooperazione tra autorità e cittadini. Le balene sono state sollevate con l’aiuto di teli e trasportate in acque più profonde, dove sono state guidate a nuotare nuovamente verso il mare aperto.

Per tutta la notte, i volontari hanno monitorato la spiaggia per evitare che gli animali si arenassero di nuovo. La dedizione della comunità è stata sottolineata dal DOC, che ha descritto gli sforzi come “incredibili” e ha evidenziato la compassione dimostrata verso questi maestosi mammiferi marini.

Per le balene morte è stata organizzata una cerimonia rituale Māori

Questo tipo di evento non è raro in Nuova Zelanda, che registra uno dei tassi più alti al mondo di spiaggiamenti di balene e delfini. Dal 1840, oltre 5.000 episodi sono stati documentati, spesso attribuiti alla geografia del Paese.

Le sue coste poco profonde e inclinate possono confondere i cetacei, che si affidano all’ecolocalizzazione per orientarsi. I globicefali, una specie che vive in branchi numerosi, sono particolarmente vulnerabili a questi fenomeni.

Oltre alla tragedia dello spiaggiamento, l’evento ha messo in evidenza l’importanza del legame culturale tra i Māori e le balene, considerate un taonga (tesoro sacro). Per le balene decedute è stata organizzata una cerimonia rituale, rispettando le tradizioni indigene.

Gli spiaggiamenti rappresentano una sfida crescente, non solo per la conservazione delle specie ma anche per l’impatto emotivo e logistico che richiedono alle comunità. Tuttavia eventi simili dimostrano la capacità delle persone di unirsi per affrontare emergenze ambientali.

Il salvataggio di Ruakākā è un esempio positivo di come la collaborazione tra comunità locali, esperti e volontari possa fare la differenza, anche in situazioni drammatiche. Qualcosa di fondamentale visto che episodi di spiaggiamento di massa sono stati registrati recentemente in altre parti del mondo, evidenziando la necessità di adottare strategie di prevenzione per ridurre tali eventi in futuro.

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