Identificata una nuova specie di scorpione Paruroctonus in California. Stando però ai dati raccolti da uno studio scientifico, lo scorpione scoperto sarebbe già minacciato di estinzione nel suo habitat naturale. I pericoli li conosciamo purtroppo tutti
Una nuova specie di scorpione è stata descritta dai ricercatori dopo un ritrovamento assolutamente casuale, avvenuto anni prima nel deserto della San Joaquin Valley, nella California centrale. A darne notizia è uno studio scientifico apparso da poco sulla rivista ZooKeys.
Tutto è iniziato nel marzo 2020 quando un uomo di nome Brian Hinds si trovava nella contra di Fresno. In un piccolo appezzamento Hinds ha fotografato uno scorpione molto particolare e mostrato il suo scatto a esperti e curiosi tramite il sito iNaturalist.
Hinds non è stato però l’unico a rimanere colpito dall’artropode. Anche alcuni studiosi hanno ritenuto l’avvistamento degno di nota e, decisi a saperne di più sulla specie, hanno esplorato l’area del deserto californiano.
Nelle campagne di studio condotte nel 2021 e nel 2022, i ricercatori della California Academy of Science hanno avvistato altri scorpioni come quello fotografato da Hinds. Le analisi condotte hanno confermato che gli esemplari appartenevano a una nuova specie di Paruroctonus Werner.
Allo scorpione è stato dato il nome scientifico di Paruroctonus tulare, dal bacino del Tulare oggi regione arida. Gli studiosi hanno identificato 3 presunte popolazioni distribuite in località San Joaquin, Tranquillity, Kern National Wildlife Refuge e altre zone isolate.
Lo scorpione misura circa 5 cm, ha un corpo dal giallo chiaro fino al bruno sul guscio. Quest’ultimo è perlopiù liscio. Popola habitat di pianura in prossimità di pozzi alcalini, luoghi incontaminati dove i terreni restano nudi, con la crescita di erbe autoctone o infestanti.
Facendo riferimento ai parametri di valutazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, la nuova specie risulterebbe già a rischio estinzione.
Paruroctonus tulare sperimenta un’ampia varietà di minacce imminenti alla sua sopravvivenza tra cui la distruzione dell’habitat dovuta allo sviluppo agricolo e all’urbanizzazione, l’uso eccessivo dell’acqua e il degrado delle zone umide, la presenza di specie non autoctone ecologicamente dannose e il cambiamento climatico. Probabilmente la minaccia più significativa per il P. tulare è stata la conversione del territorio per l’agricoltura e lo sviluppo urbano” scrivono i ricercatori.
Sono necessarie ulteriori indagini per promuovere azioni di conservazione della specie, ritenuta comunque non dannosa per l’essere umano.
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Fonte: ZooKeys
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