Juan Carrito, presentata denuncia per la morte dell’orso più famoso d’Italia

Giustizia per l'orso Juan Carrito, questo il grido degli animalisti e di un movimento ecologista che ha recentemente sporto denuncia per la sua morte. La storia del plantigrado non può finire nel dimenticatoio, sono necessarie misure e strumenti per rendere sicuro l'attraversamento della fauna selvatica

È passato quasi un mese dalla morte di Juan Carrito, l’orso marsicano più famoso di tutto il web investito su un tratto tra Castel di Sangro e Roccaraso. Morto in una collisione, di lui resta il ricordo e le immagini del suo corpo inerme sul ciglio della strada prima dell’arrivo dei guardiaparco e delle autorità preposte.

La notizia della sua morte era stata confermata dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’Ente Parco aveva reso noto che il celebre orso ci aveva lasciato “dopo alcuni minuti di agonia” citando le sue parole di una dichiarazione online.

Fortissima la reazione del web, di cittadini e associazioni ambientaliste con non poche accuse. Degli utenti avevano replicato che l’agonia di Juan Carrito sarebbe durata molto più di una manciata di minuti. Si parlerebbe di un’ora e forse anche qualcosa in più. C’erano poi altre due questioni sollevate dalla rete: l’assenza del radiocollare e alcune ferite che avrebbero portato alla perdita di un occhio.

Questi punti sono stati chiariti dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in un lungo post Facebook in cui si fornivano risposte e spiegazioni alle domande circolate nel web e a quella che il Parco ha definito una fantasiosa ricostruzione dell’incidente. 

Ad oggi, però, tanti continuano a chiedere che sia fatta giustizia per Juan Carrito e vengano attuate misure volte a incrementare la tutela della fauna selvatica nel territorio. Poche ore fa l’ONG Stop Animal Crimes Italia ha sporto denuncia per il reato di uccisione di animali per quella che ha definito con rabbia “l’ennesima uccisione senza un colpevole”.

Il Movimento ha depositato una denuncia per uccisione di animali e diffida ai Sindaci, all’ANAS e al PNALM (Parco Nazionale Abruzzo Lazio Molise) per istituire tutti quegli strumenti utili ad evitare altre uccisioni di Orsi e non solo. Non permetteremo che oltre lo scoop tutto, come sempre, vada nel dimenticatoio! Non è l’orso ad attraversare la strada, ma la strada ad attraversare il bosco, ha scritto il gruppo ecologista sui suoi canali.

Juan Carrito non c’è più, ma la sua storia ci dovrebbe far riflettere su come abbiamo fallito già prima del tragico destino a cui l’orso marsicano è andato incontro e fare qualcosa di ancora più concreto per invertire la rotta. Quanti altri animali dovranno perdere la vita prima che si realizzino dossi, installino telecamere per un attraversamento sicuro della fauna selvatica?

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Fonte: Stop Animal Crimes Italia/Facebook

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