Lungo le coste dell'Australia meridionale almeno 60 animali marini sono stati rinvenuti senza vita. Si indaga sulle cause della loro morte. Per gli esperti si tratterebbe però di un evento naturale
Dalle coste australiane dell’Eight Mile Creek, a sud del Paese, arrivano segnalazioni allarmanti. Decine di animali marini sono stati rinvenuti senza vita sulla sabbia. Sarebbero almeno 60 tra squali, razze, polpi, granchi.
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A lanciare l’allarme residenti e turisti, che raggiugendo la spiaggia si sono trovati davanti un cimitero a cielo aperto. I funzionari del Department of Primary Industries and Regions (PIRSA) sono stati prontamente allertati.
Nell’area sono partite le prime indagini per determinare la natura della morte degli animali. Sono stati raccolti e analizzati campioni per escludere la presenza di malattie o alghe tossiche. Attualmente l’ipotesi più probabile è la bassa salinità delle acque.
La causa non è stata ancora confermata, tuttavia le prime indicazioni basate sui test dell’acqua indicano che la bassa salinità causata dalle recenti forti piogge è la ragione più probabile della mortalità dei pesci” ha dichiarato un portavoce del PIRSA.
Si suppone, infatti, che la variazione dei livelli di salinità delle acque oceaniche con un maggior scambio di acqua dolce non abbia lasciato scampo agli animali marini coinvolti. Si tratterebbe di specie quasi stanziali, che non tendono cioè a spostarli lontano.
Al momento, la maggior parte delle specie coinvolte sembrano essere associate ai sistemi di barriere coralline rocciose” ha affermato Chloe McSkimming, consulente di biosicurezza del PIRSA.
Gli esperti sostengono perciò che questa moria sia da considerarsi un evento naturale per quanto “sfortunato”. Non è da escludere che altri animali faranno, purtroppo, la stessa fine. Il PIRSA ha raccomandato alla gente del posto di segnalare casi sospetti al servizio Fishwash.
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