Una giovane balena è rimasta intrappolata in un mucchio di corde da pesca, due boe e una nassa. Dopo tre giorni di sofferenze, un team specializzato l’ha liberata con un’operazione molto complicata e delicata
Purtroppo noi esseri umani lasciamo tantissimi rifiuti sulla nostra scia. L’inquinamento da plastica è terribile per i nostri mari, ma qualcosa che passa un po’ inosservato sono le vecchie corde e le trappole delle barche da pesca. Eppure sono molto dannose per la fauna marina e questo episodio l’ha dimostrato.
L’11 ottobre, una megattera è stata trovata intrappolata in un mucchio di corde da pesca, due boe e una nassa. Hanno fatto il giro del web i video della povera balena rimasta gravemente impigliata vicino al Glacier Bay National Park and Preserve.
L’esemplare è stato identificato come “SEAK-5490”. È probabilmente una balena giovane, di circa 3-4 anni ed è lunga 10 metri. Fortunatamente il mammifero è stato liberato grazie all’enorme sforzo del personale del parco, della NOAA, di un pilota di droni, di un pilota di idrovolante e di un esperto di balene delle Hawaii.
È stato usato un drone per capire come districare il groviglio
Purtroppo la sua sofferenza è durata a lungo. Per almeno tre giorni, infatti, la balena è stata avvolta da 1437 metri di corda collegata a una nassa da 136 kg che si trascinava sul fondo del mare. Le corde costringevano il corpo dell’animale a contorcersi dolorosamente e limitandone fortemente la mobilità.
La balena è stata avvistata vicino a Gustavus, in Alaska e la NOAA aveva ricevuto diverse segnalazioni da marinai che avevano visto la povera balena lottare per liberarsi. Una squadra ha inviato dei droni dotati di telecamere ed è riuscita a elaborare un piano.
Il groviglio era molto complicato, con una cima che passava attraverso la bocca della balena e si avvolgeva intorno al tronco della coda dell’animale. Le immagini del drone hanno però aiutato molto a capire il groviglio e a comprendere come agire.
Le delicate operazioni di soccorso
Per trarla in salvo, si è riunita una squadra che ha usato un gommone per avvicinarsi alla balena. Per fortuna il tempo era buono perché venti forti e mare in tempesta possono rendere quasi impossibile un’operazione come questa.
Impiegando un coltello specializzato attaccato a un lungo palo, ha lavorato instancabilmente per liberarla. Dopo ore di lavoro tagliando parti della fune di traino e della nassa, i tecnici sono riusciti a effettuare il taglio finale e così la missione si è conclusa con successo.
Quando la balena è stata liberata da ciò che la intrappolava, è semplicemente nuotata via ed è scomparsa. Il giorno dopo, tuttavia, il team l’ha ritrovata, utilizzando i modelli di coda per identificarla. Nei giorni successivi l’hanno osservata attentamente per assicurarsi che stesse bene e, per ora, sembra che tutto proceda per il meglio.
Fonte: National Park Service
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