Secondo un nuovissimo studio i grandi squali bianchi sarebbero responsabili della scomparsa del gigantesco megalodonte circa 4 milioni di anni fa. La competizione per il cibo tra i due predatori marini avrebbe contribuito a far estinguere il megalodonte assieme ad altri fattori congiunti
Lo squalo bianco potrebbe essere la causa dell’estinzione del megalodonte, il più grande squalo mai esistito sulla faccia della Terra e il terrore di qualunque specie popolasse gli Oceani. A sostenerlo è un nuovo studio condotto dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e pubblicato di recente sulla rivista scientifica Nature communications.
Un team di ricercatori internazionali ha condotto dei test sui denti fossili di megalodonte Otodus megalodon del Miocene inferiore e del Pliocene inferiore e di grande squalo bianco Carcharodon carcharias. L’obiettivo era osservare il livello trofico dei due predatori ossia la posizione funzionale occupata dai due squali nella catena alimentare e, più in generale, nell’ecosistema.
In particolare sono stati analizzati i rapporti isotopici stabili dello zinco. Poiché lo zinco proviene principalmente dalla dieta dei vertebrati, questo elemento consente agli studiosi di acquisire maggiori informazioni sul livello trofico del megalodonte.
I risultati sono stati confrontati per comprendere più a fondo se e come la dieta del megalodonte avesse subito dei cambiamenti nel corso dei secoli per via di altri predatori.
Sorprendentemente gli esperti hanno notato delle similitudini significative nella dieta del megalodonte e del grande squalo bianco alla fine del Pliocene, periodo in cui il temibile e gigante squalo si è estinto.
Questo lascia supporre che tra i due vi fosse una competizione alimentare.
Ciò che è davvero notevole è che i valori dell’isotopo di zinco dei denti di squalo del Pliocene inferiore della Carolina del Nord suggeriscono livelli trofici in gran parte sovrapposti dei primi grandi squali bianchi con i megalodonti molto più grandi. Questi risultati probabilmente implicano almeno una sovrapposizione nelle prede cacciate da entrambe le specie di squali, ha affermato Kenshu Shimada, una degli autori dello studio.
La competizione con il grande squalo bianco per le stesse risorse alimentari avrebbe inciso sulla sopravvivenza del megalodonte. Non riuscendo più a cacciare le sue prede abituali, il numero degli esemplari si sarebbe ridotto sempre più.
A questa ipotesi si aggiungerebbero poi altri fattori ambientali ed ecologici, come una fase di raffreddamento globale che il Pianeta attraversò alla fine del Pliocene, che in combinazione avrebbero provocato l’estinzione dello squalo più grande che abbia mai vissuto nei mari della Terra.
Fonte: Nature communications
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