Sospeso al momento l'abbattimento dei mufloni dell'Isola del Giglio, ma non è tutto. Il TAR starebbe valutando l'illegittimità della mattanza. Le associazioni animaliste non arretrano di un centimetro e intendono diffidare Regione ed Ente Parco
I pochi mufloni restanti sull’Isola del Giglio, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, sono salvi per il momento, ma non si può dire lo stesso per i tanti esemplari trucidati nei mesi scorsi.
Solamente a una parte è stata concessa la grazia e il trasferimento, dopo l’accordo siglato con le associazioni LAV e WWF. Quasi tutti gli altri sono morti, trattati come rifiuti e buttati dentro sacchi neri.
Lo avevano denunciato le associazioni animaliste intervenute per fermare la mattanza e impedire che gli operatori scelti portassero a termine il piano di eradicazione della specie, ritenuta aliena nell’area della piccola isola toscana.
Con l’ultima ordinanza del 28 febbraio, il TAR di Firenze ha sospeso gli abbattimenti degli animali sopravvissuti, ma non è tutto. Il Tribunale ha aperto la strada all’illegittimità dell’intervento, valutando questa possibilità.
Lo rendono noto i legali delle associazioni animaliste ENPA, LNDC Animal Protection e VITADACANI con la Rete dei Santuari Liberi.
Il Tar ha affermato che le questioni sollevate nel ricorso si inseriscono nel contesto di sviluppo di un ampio piano pluriennale di eradicazione degli ungulati alloctoni dall’Isola del Giglio e non solo in quello più circoscritto della caccia programmata, per quanto non sia stato possibile impugnare tecnicamente anche il progetto di eradicazione essendo scaduti i termini per farlo. Riteniamo che questo sia il motivo per il quale il TAR abbia specificato che possono eventualmente proseguire le operazioni di cattura e trasferimento degli animali, in modo da garantire comunque la conservazione della specie” ha spiegato l’avvocato Michele Pezone, che con il collega Herbert Simone segue il caso per conto delle organizzazioni di protezione animale.
Quella del muflone del Giglio è una specie che è stata paragonata al muflone comune, ma affermando ciò si commette un errore. Per le associazioni e per gli esperti, il muflone dell’Isola del Giglio è una specie protetta perché discendente dei mufloni di origine sarda, allo stesso modo tutelati.
Il progetto di eliminazione del muflone sull’Isola del Giglio, assieme ad altre specie alloctone, è stato intrapreso nel 2021 e cofinanziato dall’UE per un totale di 1.6 milioni di euro, di cui 400.000 euro destinati solo al muflone.
Per gli esperti il piano costituisce un pericolo per la biodiversità perché porta alla perdita di tratti genetici unici che il DNA del muflone del Giglio custodisce. Anche per questo motivo soluzioni come la sterilizzazione degli esemplari sarebbero controproducenti, come replicano gli animalisti.
Le associazioni unite intendono diffidare la Regione Toscana e il presidente dell’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri, dal continuare con la cattura, la traslocazione e la sterilizzazione degli ultimi mufloni del Giglio.
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Fonte: Rete dei Santuari
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