Lupi “mutanti” di Chernobyl: così le radiazioni li hanno resi (paradossalmente) più resistenti al cancro

Gli effetti delle radiazioni sugli animali distribuiti nella zona di esclusione di Chernobyl continuano a stupire: contrariamente a quanto avvenuto nelle persone, i lupi grigi avrebbero sviluppato capacità antitumorali secondo i risultati di uno studio condotto sul posto

Il disastro di Chernobyl ha avuto gravissime ripercussioni per la perdita di vite umane nell’area adiacente la centrale nucleare e nei territori dell’Europa orientale, ma anche per le trasformazioni riscontrate negli animali, che si sono “automodificati” geneticamente.

Abbiamo le prove di rane dalla colorazione alterata, di cinghiali ancora radioattivi a quasi 40 anni dall’incidente e ora anche di lupi grigi mutanti che per via delle radiazioni avrebbero sviluppato capacità antitumorali con maggiori probabilità di sopravvivere al cancro.

Lo sostiene uno studio scientifico presentato a Seattle nel corso dell’incontro annuale della Society of Integrative and Comparative Biology. Guidati dalla biologa Cara Love, i ricercatori si sono recati nel 2014 nella zona di esclusione di Chernobyl e hanno prelevato campioni di sangue da lupi grigi dotati di collare GPS.

Grazie al collare, gli studiosi seguono gli spostamenti dei selvatici in tempo reale e monitorano l’impatto delle radiazioni in millirem, dove il milliren è l’unità di misura della dose di radiazione che, assorbita, produce determinati effetti sul corpo dell’individuo.

Le misurazioni hanno mostrato che ogni giorno i lupi grigi erano esposti a 11,28 millirem di radiazioni. Il valore è 6 volte superiore ai limiti di sicurezza per una persona, spiegano i ricercatori. Ma cosa comporta questo dato?

Nei lupi, l’esposizione alle radiazioni avrebbe alterato il sistema immunitario dei predatori, ma non come ci si aspetterebbe. Negli esseri umani, infatti, le radiazioni sono responsabili di un aumento dei casi di tumori. Nei lupi grigi avviene il contrario.

Le mutazioni nel loro corpo potrebbero proteggere gli animali dal rischio del cancro, rendendoli più resistenti. Purtroppo, però, i risultati dello studio si fermano qui. La ricerca è stata interrotta dal brusco corso degli eventi degli ultimi anni. Prima la pandemia e poi l’invasione russa in Ucraina non hanno consentito agli scienziati di recarsi nuovamente a Chernobyl.

Gli studiosi sanno che sono necessarie ulteriori indagini per scoprire di più sulle popolazioni di lupi grigi distribuiti nella zona di esclusione. Bisognerà comunque attendere per altri risultati.

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Fonte: Society for Integrative and Comparative Biology (SICB) via Newswise

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