Un nuovo studio rivela che l'impatto dell'uomo sulla Terra ha causato l'estinzione di oltre 1430 specie di uccelli. Le perdite si concentrano soprattutto sulle isole, dove l'arrivo degli esseri umani ha portato a deforestazione, caccia e introduzione di specie invasive
Quanto “pesa” la vita dell’uomo sulla Terra? Quanto grande è l’impatto delle sue attività sull’ambiente e sugli animali? La risposta è tanto, troppo! Lo testimonia ancora una volta una ricerca.
Lo studio di cui vi parliamo oggi, pubblicato sulla rivista Nature Communication, ha rivelato che a causa degli esseri umani sono estinte circa 1430 specie di uccelli, più del doppio di quanto si pensava inizialmente.
Questi risultati, ottenuti attraverso modelli matematici dal Centro britannico per l’ecologia e l’idrologia (UKCEH) in collaborazione con il CREAF, mettono in luce l’impatto devastante dell’uomo sulla biodiversità e sottolineano l’urgente necessità di affrontare la cosa.
Il gruppo di studio ha utilizzato i dati sulle estinzioni di cui siamo a conoscenza e ha estrapolato quante altre specie avrebbero potuto estinguersi se lo sforzo di catalogazione e ricerca fosse stato grande quanto quello fatto in Nuova Zelanda. Questo Paese è l’unico al mondo in cui si ritiene che la fauna aviaria precedente all’arrivo dell’uomo sia completamente documentata, con resti ben conservati di tutti gli uccelli.
Finora, le osservazioni e i fossili avevano indicato l’estinzione di circa 600 specie di uccelli dalla fine del Pleistocene, con il 90% delle perdite che si sono verificate nelle isole abitate dall’uomo. Iconiche specie come il dodo delle Mauritius e l’alca impenne del Nord Atlantico sono solo alcuni esempi di queste perdite. Tuttavia, grazie ai nuovi modelli statistici, i ricercatori stimano ora che il numero reale sia ben superiore, arrivando ad oltre 1430 specie e rappresentando circa l’11% di tutte le specie di uccelli attualmente esistenti.
Molte isole del mondo, in passato oasi di natura incontaminata, hanno subito danni irreparabili a causa dell’arrivo degli esseri umani. Le Hawaii, Tonga, le Azzorre, le Isole Canarie e le Isole Baleari sono tra le principali vittime di deforestazione, caccia eccessiva e introduzione di specie invasive. Questi impatti, perpetuati nel corso degli anni, hanno portato all’estinzione di numerose specie di uccelli, come la beccaccia di mare monocolore delle Isole Canarie e il verdone di Trias.
Il problema non è solo la scomparsa di determinate specie ma anche le conseguenze negative che questo ha sull’ecosistema. Ferran Sayol, ricercatore CREAF, sottolinea che la perdita di funzioni chiave, come la dispersione dei semi o l’impollinazione, può avere effetti a catena dannosi sull’intero ecosistema.
Lo studio identifica tre massicci eventi di estinzione dei vertebrati causati dall’uomo: nel XIV secolo nel Pacifico orientale (570 specie perse), nel IX secolo a.C. nel Pacifico occidentale e l’attuale crisi in corso dal XVIII secolo. Quest’ultima rappresenta una minaccia crescente con il rischio di perdere altre 700 specie di uccelli nelle prossime centinaia di anni.
Nonostante questo, i ricercatori si mostrano ottimisti e pensano ci sia ancora speranza. Le recenti azioni di conservazione delle specie hanno dimostrato successi, come il salvataggio del gheppio delle Mauritius e del condor della California. La sfida ora è intensificare gli sforzi per preservare gli habitat degli uccelli e prevenire ulteriori estinzioni, garantendo il corretto funzionamento degli ecosistemi.
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Fonte: Nature Communication
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