Le femmine di libellula della specie Aeshna juncea fingono di essere morte per evitare di essere molestate dai maschi e sfuggire così a tentativi di accoppiamento indesiderati
Le femmine di libellula della specie Aeshna juncea adottano un comportamento sorprendente per evitare di essere molestate dai maschi: fingono la propria morte. Questo comportamento, documentato per la prima volta dal ricercatore Rassim Khelifa, zoologo dell’Università di Zurigo, rappresenta un caso raro in cui gli animali simulano la morte come strategia per sfuggire a tentativi di accoppiamento indesiderati.
Khelifa ha osservato per la prima volta questo comportamento insolito mentre raccoglieva uova di libellula nelle Alpi svizzere per uno studio sugli effetti della temperatura sulle larve. Notò che le femmine, inseguite dai maschi, si lasciavano cadere a terra e restavano immobili, simulando la morte.
Questa strategia ingannava i maschi, che alla vista del corpo immobile rinunciavano all’inseguimento e volavano via. Una volta che il maschio se ne andava, le femmine si rialzavano e riprendevano a volare, dimostrando che non erano affatto morte o ferite.
Una strategia efficace per aumentare la sopravvivenza delle femmine
Il comportamento osservato è stato confermato da ulteriori studi condotti da Khelifa, che ha documentato decine di casi in cui le femmine di Aeshna juncea facevano questo per evitare l’accoppiamento. Quando la competizione tra i maschi era particolarmente intensa nei pressi dei laghi, dove solitamente avviene la riproduzione, le femmine adottavano questa tattica più frequentemente.
Secondo lo studio, circa l’86% delle femmine perseguitate dai maschi si lasciava cadere a terra, e di queste, il 77,7% riusciva a ingannare i maschi simulando la propria morte. Questa abitudine potrebbe essersi evoluta come risposta al conflitto sessuale, in cui ogni sesso sviluppa strategie per massimizzare la propria sopravvivenza e successo riproduttivo.
Khelifa suggerisce che le femmine abbiano espanso l’uso di una funzione anti-predatoria esistente, il fingere la morte per evitare predatori, applicandola anche per sfuggire alle molestie dei maschi. Simulare la morte, sebbene rischioso, sembra essere una strategia efficace per aumentare la sopravvivenza delle femmine e garantire un maggior numero di discendenti.
Questo comportamento permette loro di evitare accoppiamenti indesiderati, riducendo lo stress e il pericolo di essere intercettate dai maschi. Lo studio di Khelifa è particolarmente significativo poiché ha documentato uno dei pochi casi noti di “morte sessuale simulata”, un fenomeno raro in natura che è stato finora osservato solo in alcune specie di artropodi.
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Fonte: Wiley Online Library
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