La lepre artica è uno degli animali che popola il Nord America e si è perfettamente adattata alle condizioni di quei territori. Bianca come la neve, ma non sempre in quanto il suo manto varia a seconda della zona, questa specie si mimetizza ad hoc tra i paesaggi innevati
È soprannominata erroneamente “coniglio delle nevi” o “coniglio polare”, ma questo splendido esemplare dalla folta pelliccia è una maestosa lepre, adattatasi perfettamente alle condizioni estreme dell’Artico e ai suoi paesaggi di ghiaccio.
La lepre artica, nome scientifico Lepus arcticus, è la lepre più grande di tutto il Nord America. È distribuita nelle regioni settentrionali della Groenlandia come in Canada e nelle isole artiche canadesi. Misura tra i 40 e i 70 cm, coda esclusa. Le sue orecchie sono più corte di quelle di un coniglio e terminano con una nota di nero.
La si può incontrare tra le distese incontaminate dei suoi territori, a patto che si riesca a individuarla. La specie non va in letargo, ma si mimetizza benissimo grazie al suo mantello candido. In alcuni territori la pelliccia della lepre artica muta a seconda della stagione. In inverno è bianca come il manto nevoso, in estate tende al grigio e al marroncino.
Il suo habitat è la tundra artica e le aree rocciose dove può trovare cibo e riparo. La sua tana è rappresentata sia da rifugi naturali che opere realizzate scavando tra i cumuli di neve in inverno. Durante il corso dell’anno si nutre prevalentemente di piante legnose come le radici di salice, ma anche di muschio, licheni e bacche. In inverno si abbevera grazie alla neve.
La lepre artica vive in gruppi di dimensioni variabili da pochi esemplari fino anche ai 300. La stagione riproduttiva inizia verso aprile-maggio e i piccoli vengono al mondo dopo circa due mesi. Ogni femmina dà alla luce dai due agli otto cuccioli.
I maggiori pericoli per questa specie sono alcuni predatori come la volpe artica, l’ermellino, il lupo o la lince e, ovviamente, l’essere umano. Per via della sua preziosa pelliccia la specie è sempre stata molto ambita dai cacciatori nel corso della storia.
Nel 2018 la specie è stata inserita nella Lista Rossa della IUCN, ma il suo stato di conservazione risulterebbe di minima preoccupazione.
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Fonte: NHPBS
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