Centinaia di leoni marini sono stati avvelenati da una tossina, in aumento a causa del riscaldamento delle acque

Il Channel Islands Marine & Wildlife Institute riceve dalle 50 alle 100 richieste al giorno per soccorrere i leoni marini colpiti dalla tossina

Un numero ancora imprecisato di leoni marini, probabilmente centinaia, è in pericolo a causa di una tossina presente nelle acqua.

I volontari del Channel Islands Marine & Wildlife Institute (CIMWI) di Santa Barbara, organizzazione per il salvataggio di animali marini, lavorano incessantemente dallo scorso lunedì rispondendo a decine di telefonate al giorno e prestando soccorso ad altrettanti animali.

I leoni marini sono stati segnalati lungo la costa meridionale della California e sembra siano stati colpiti dall’acido domoico, potente neurotossina.

L’acido domoico viene prodotto naturalmente dalle Pseudo-nitzschia, diatomee marine di cui si nutrono piccoli pesci come acciughe e sardine che vengono poi mangiati dai leoni marini.

La sostanza può essere anche assunta dagli esseri umani che si nutrono di tali pesci, anche se per l’uomo la dose fatale è assai elevata.

Secondo studi effettuati in anni passati, l’aumento delle diatomee e soprattutto la maggiore produzione di tossina potrebbero dipendere dal riscaldamento delle acque; l’acido da esse prodotte sta causando sempre più vittime tra i leoni marini negli ultimi anni.

L’acido domoico attacca il cervello e il cuore provocando disorientamento, agitazione, spasmi muscolari, convulsioni, difficoltà motorie. L’avvelenamento è potenzialmente fatale.

In genere gli animali impiegano circa tre giorni a espellere la tossina ma in questo lasso di tempo sono maggiormente vulnerabili e incapaci di sfuggire ai predatori. Inoltre, l’acido domoico può portare a insufficienza cardiaca e danni cerebrali permanenti, condannando a morte i leoni marini.

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Fonti di riferimento: CIMWI/Elsevier

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