Le echidne si rinfrescano nelle giornate più calde con.. il loro moccio, lo studio

Le echidne sono mammiferi davvero curiosi e hanno tutta una serie di particolari stratagemmi per mantenersi al fresco d'estate. Quando le giornate si fanno roventi, regolano la propria temperatura corporea mantenendo il loro muso umido per mezzo del loro moccio

Assomigliano a un riccio per via degli aculei del loro dorso, con il muso allungato più simile a quello di un formichiere. Sono le echidne, mammiferi ovipari antichissimi e piuttosto insoliti che popolano l’Australia, la Tasmania e la Nuova Guinea.

Questi animali hanno da sempre incuriosito i ricercatori per via della loro bassa tolleranza al calore e per il fatto che, diversamente da altri mammiferi, non abbassino la temperatura corporea ansimando, sudando o leccandosi. Malgrado ciò sono in grado di sopravvivere alla calura dei mesi estivi grazie a meccanismi singolari. Uno tra questi l’utilizzare il loro moccio per inumidire il becco.

A rivelarlo un nuovo studio scientifico condotto dalla Curtin University e apparso sulla rivista Biology Letters. I ricercatori dell’università australiana hanno voluto indagare sulle capacità di termoregolazione dell’echidna dal becco corto o echidna istrice Tachyglossus aculeatus.

Per farlo hanno misurato tramite termografia a infrarossi la temperatura superficiale di 124 esemplari selvatici dell’Australia occidentale, osservati a circa 170 km a sud-ovest da Perth. Le immagini termiche sono state raccolte ogni mese tra il 2020 e il 2021, tenendo presente la temperatura del terreno, dell’ambiente circostante e il grado di umidità.

echidna

@Dr Christina Cooper/Twitter

I dati hanno mostrato come le echidne utilizzino la punta del becco come una finestra evaporativa. Quando le temperature dell’aria salgono, le echidne sfruttano piccole quantità di muco per rendere il loro becco più umido. Soffiano infatti delle “bolle di moccio” che andandosi a rompere sull’estremità del becco lo rinfrescano, mantenendo la sua temperatura interna costante.

Gli esperti hanno scoperto inoltre che gli aculei dell’echidna hanno proprietà isolanti.

Abbiamo anche scoperto che i loro aculei forniscono un isolamento flessibile per trattenere il calore corporeo e possono disperdere calore dalle aree senza aculei sul lato inferiore e sulle zampe, il che significa che queste aree funzionano come finestre termiche che consentono lo scambio di calore, ha detto la dottoressa Christine Cooper, autrice principale dello studio.

Nella stagione estiva le echidne sono attive principalmente di notte. Per loro una temperatura dell’aria di 35° C può essere infatti letale. Alcuni esemplari sono stati visti tuttavia rifugiarsi in tronchi e muoversi anche a temperature più elevante. Adesso la scienza conosce il loro segreto.

Comprendere la biologia termica degli echidna è importante anche per prevedere come potrebbero rispondere a un clima ancora più riscaldato, ha concluso la dottoressa.

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Fonte: Biology Letters

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