Una specie di piccolo gatto selvatico rischia l'estinzione a causa di più fattori, alcuni dei quali oggetto di ricerca di un nuovo studio scientifico. Si tratta del "gatto dai piedi neri" che si è adattato alla vita notturna nel deserto, sfoggiando grandi occhi e orecchie, considerato il gatto "più mortali" sulla Terra in termini di tasso di uccisione
Predatore infallibile così minuscolo da essere tra i più piccoli felidi e, purtroppo, in pericolo: il “gatto dai piedi neri” (Felis nigripes) è una specie di gatto selvatico su cui hanno puntato gli occhi i ricercatori e non solo perché considerata mortale nel vero senso della parola (per la sua stazza, la sua aggressività e per la velocità che lo contraddistingue, il gatto dai piedi neri è considerato uno dei predatori più temibili del mondo).
Questo mammifero africano pesa poco più di 1 chilogrammi, misura sui 25 cm di altezza ed è distribuito in Botswana, Namibia e Sudafrica, dove è classificato come vulnerabile dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Se la perdita di habitat e il conflitto essere umano-fauna selvatica hanno infatti ridotto la sua popolazione, altre cause potrebbero provocarne la scomparsa. A svelarle una nuova pubblicazione scientifica apparsa sulla rivista PNAS. Oggetto di studio è stata l’analisi genomica del gatto dai piedi neri. Un team di scienziati ha sequenziato il genoma di 10 esemplari di Felis nigripes e ha confrontato le informazioni con i dati già in loro possesso.
I risultati suggeriscono che questi gatti neri avrebbero maggiori possibilità di contrarre una malattia rara e potenzialmente fatale: l’amiloidosi. Provocata da accumuli anomali di proteine nei tessuti e negli organi, questa patologia colpisce sia l’uomo che gli animali e si stima sia responsabile della mortalità di circa il 70% degli esemplari in cattività.
Secondo i ricercatori, l’amiloidosi nel gatto dai piedi neri e i due geni mutati identificati sarebbero da associare alla consanguineità e, a sua volta, all’isolamento genetico che ha interessato la specie stravolgendo la sua storia evolutiva.
I genomi del gatto dai piedi neri mostrano un alto livello di consanguineità soprattutto per i segnali di recenti eventi di consanguineità, che suggeriscono che potrebbero aver subito un grave isolamento genetico causato dalla frammentazione dell’habitat” osservano gli studiosi nell’indagine.
La ricerca getta luce sulle minacce che stanno decimando la specie e apre la strada allo studio delle variazioni genetiche del Felis nigripes. Il fine è cercare di proteggere il felino tramite azioni di conservazioni mirate.
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Fonte: PNAS
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