Liberiamo Kshamenk, l’orca più sola del mondo: 32 anni di prigionia in una vasca minuscola

Kshamenk dal 1992 vive confinato in una vasca minuscola esposta al sole dove nuota in cerchi stretti mostrando chiari segni di stress.

Immaginatevi di passare tutta la vostra vita confinati in un minuscolo monolocale senza poter mai uscire. È quello che da 32 anni succede ad un’orca di nome Kshamenk, nota come “orca dimenticata”. Una vita di sofferenze, trascorsa in un parco acquatico argentino girando all’infinito su se stesso.

Una prigionia che dura da sempre e che lo sta lentamente uccidendo. Le condizioni attuali di Kshamenk sono terribili. Intrappolato in una piccola vasca esposta al sole, non ha altra scelta che nuotare in cerchi stretti. Un tempo questo maschio di orca era libero: nato nell’oceano, ha nuotato fino all’età di circa quattro anni.

Poi, però, nel 1992 è stato catturato insieme ad altre orche e portato a Mundo Marino, un parco acquatico in Argentina. Inizialmente, Kshamenk condivideva la sua vasca con un’altra orca di nome Belén. Tuttavia Belén è morta nel 2000 in circostanze poco chiare, lasciando Kshamenk da solo.

Per oltre 30 anni, di cui più di 20 in isolamento, Kshamenk è stato privato dell’interazione sociale, fondamentale per una specie così altamente sociale. I droni gestiti dall’organizzazione animalista PETA hanno catturato filmati angoscianti della vita monotona di Kshamenk.

Tantissime le proteste per trasferirlo cadute nel vuoto

La sua reclusione in isolamento lo ha spinto a nuotare ripetutamente in cerchio, evidenziando la netta mancanza di stimoli nel suo ambiente. I filmati e i successivi rapporti rivelano la frustrazione e la depressione dell’orca, condizioni che continuano a peggiorare nel tempo come mostra l’ultimo video diventato virale.

Di sforzi per salvare Kshamenk ce ne sono stati tanti, tra proteste e petizioni. I sostenitori chiedono che venga trasferito in un santuario dove possa ricevere cure adeguate e riabilitazione. Nonostante il significativo sostegno pubblico, tra cui una petizione che ha raccolto quasi 12.000 firme, Mundo Marino ha resistito a questi sforzi.

Il parco sostiene che Kshamenk è in buona salute e non ha bisogno di essere trasferito. A detta di Mundo Marino, Kshamenk è stato salvato dopo essersi arenato e non poteva essere rimesso in libertà a causa della sua dipendenza dalle cure umane.

Tuttavia, i gruppi animalisti contestano questa affermazione, sottolineando l’evidente stress e i problemi di salute dell’orca. Questi gruppi, tra cui Derechos Animales Marinos, hanno documentato problemi di salute e di comportamento di Kshamenk.

Inoltre, dal 2011, Kshamenk è stato coinvolto in un programma con SeaWorld per raccogliere il suo sperma, che viene venduto per esperimenti di inseminazione artificiale. Questo ha sollevato ulteriori dubbi etici sul suo trattamento e sfruttamento.

La lotta per la liberazione di Kshamenk continua, con gli attivisti che spingono per una legislazione che ponga fine allo sfruttamento degli animali selvatici nei parchi marini, con l’obiettivo di garantire che Kshamenk possa vivere i giorni che gli restano in un ambiente più naturale.

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