Il beluga intrappolato nella Senna non ce l’ha fatta! Vano il tentativo di spostarlo in mare effettuato nella notte

Morto il beluga finito nella Senna venerdì 5 agosto. Dopo ore interminabili, l'animale è stato recuperato dalla chiusa, ma è deceduto dopo le prime cure veterinarie durante lo spostamento verso una cittadina sul Canale della Manica dove il cetaceo avrebbe dovuto essere monitorato dagli esperti

Nulla da fare per il povero esemplare di il beluga rimasto intrappolato in un tratto della Senna da venerdì 5 agosto, dopo una serie di lunghe e faticose operazioni straordinarie il cetaceo purtroppo non ce l’ha fatta. A darne notizia sono stati proprio i volontari di Sea Shepherd France che fino all’ultimo hanno sperato di poter salvare il beluga.

Da quasi una settimana nuotava tra due chiuse a 70 km a nord di Parigi e rifiutava il cibo. Nonostante gli interventi da parte delle autorità francesi e dei volontari di Sea Shepherd France ancora non si era riuscito a liberarlo e quando finalmente qualcosa si era mosso, l’animale è deceduto.

Nella notte del 10 agosto il beluga è stato prelevato dalla Senna per provare a trasferirlo in mare. Addetti, veterinari e volontari hanno calato nella chiatta una rete, ancorandola poi a una gru.

Mentre i sommozzatori dei vigili del fuoco garantivano la sicurezza dell’operazione e attiravano il cetaceo verso la rete, il beluga è stato alzato dall’acqua e spostato in una vasca all’interno di un camion refrigerato. Sarebbe dovuto essere diretto verso il porto di Ouistreham, sul Canale della Manica, ma così non è stato.

Proprio durante questa delicatissima fase l’animale, profondamente stressato e indebolito, è morto. I test eseguiti hanno evidenziato che il beluga non soffriva di alcuna malattia infettiva, ma di problemi digestivi di causa sconosciuta. Per tale motivo non si alimentava nei giorni passati.

Ad ogni modo le probabilità di successo del salvataggio erano davvero basse e il tasso di mortalità elevatissimo.

Un immenso GRAZIE a tutti coloro che ci mandano incoraggiamenti e parole di sostegno, ha scritto l’associazione Sea Shepherd France che si augurava un epilogo diverso.

Fonte: Sea Shepherd France/Facebook

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