Identificata l’orsa responsabile dell’attacco ai due cacciatori in Trentino, “mai avuti comportamenti problematici”

Le analisi genetiche condotte presso la Fondazione Edmund Mach hanno confermato l'identità dell'orsa accusata di aver attaccato due cacciatori in Trentino. L'orsa non era da sola, aveva un cucciolo a seguito quando si è verificato l'incontro ravvicinato

Sono arrivati i risultati dei primi accertamenti condotti dai laboratori della Fondazione Edmund Mach per conoscere l’identità dell’orsa che all’alba di domenica 30 luglio ha inseguito due cacciatori nei boschi di Roncone, vicino a malga Avalina, in Trentino.

L’animale selvatico era stato sorpreso dai due soggetti mentre si trovava in compagnia del suo cucciolo. Una semplice reazione difensiva spinta dall’istinto materno e dallo spavento, ma che potrebbe costarle la vita.

La “colpevole” è l’orsa F36, esemplare di 6 anni monitorato dal Corpo forestale trentino. L’orsa, secondo quanto rende noto la Provincia autonoma di Trento, “non aveva assunto comportamenti classificabili come problematici”.

Per gli organi della Provincia la reazione assunta dall’animale nell’incontro ravvicinato è comunque classificabile come attacco. Il presidente della Pat, Maurizio Fugatti, ha decretato la cattura di F36 per il radiocollaraggio. Dal comunicato stampa diffuso dalla Provincia, si apprende tuttavia che alla luce di ulteriori accertamenti potrebbero seguire provvedimenti diverti tra cui anche l’abbattimento dell’orsa.

Nello stesso comunicato si ricorda, inoltre, che proseguono le operazioni per la cattura di MJ5, altro esemplare che la Giunta Fugatti vuole morto. I tentativi di cattura vanno avanti da mesi in quanto l’orso si sposta compiendo lunghi tragitti in tempi brevi.

L’associazione LAV, che segue da vicino le vicende in Trentino e che ha proposto il trasferimento di JJ4 presso il santuario per orsi in Romania, fa sapere che non perderà d’occhio la situazione.

Continua la caccia all’orso. Fugatti pare non avere intenzione di andare in ferie dalla sua attività di “ammazza-selvatici” e lo fa con motivazioni sempre più inconsistenti. Stavolta non c’è stato nulla se non la dabbenaggine di due persone che, forse neanche per colpa completamente loro, non sapevano come comportarsi in presenza di orsi. Monitoreremo ogni atto anche di questa vicenda, dai tratti ancora non chiari, e reagiremo prontamente con ogni mezzo” ha dichiarato la LAV.

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Fonte: Provincia autonoma di Trento – LAV

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