Gaia: la storia della mamma orsa condannata a morte 2 volte (e perché si chiama JJ4)

L'orsa JJ4 è stata condannata a morte perché colpevole di essersi difesa in una situazione di pericolo. Il Tar di Trento ha sospeso l'ordinanza di abbattimento, ma chi è il plantigrado incriminato? Perché tutto ciò accade più spesso con le femmine di orso? Ne abbiamo parlato con il dottor Maurilio Calleri, medico veterinario ed ecologo

JJ4, anche conosciuta come Gaia, è la femmina di orso bruno responsabile dell’aggressione ad Andrea Papi, come confermato dall’autopsia disposta dall’autorità giudiziaria. È lei l’orsa da far fuori, assieme ad altri 3 plantigradi ritenuti un pericolo dalla Provincia autonoma di Trento. Il Tar di Trento ha appena sospeso l’ordinanza, il futuro del plantigrado è tutto da scrivere.

Su di lei si sta parlando tanto non solo per gli ultimi tragici avvenimenti in cui il giovane runner ha perso la vita nei boschi di Caldes, in Val di Sole, e per quelli che seguiranno per volontà del presidente Fugatti. Ma chi è JJ4 e perché il Trentino la vuole morta?

Storia dell’orsa Gaia

Gaia, questo il suo nome, è uno dei primissimi orsi nati nei boschi italiani nel 2006 dopo la reintroduzione della specie nell’ambito del progetto finanziato dall’Unione europea Life Ursus. È uno dei cuccioli di Joze e Jurka, due dei 10 orsi importati dalla Slovenia per ricostruire un nucleo di plantigradi nelle Alpi Centrali.

Perché si chiama Jj4

La sigla che la identifica – JJ4 – fa riferimento ai suoi genitori. Gaia oggi ha 17 anni, è una mamma orso e come tutte le mamme ha sempre protetto i suoi piccoli dalle minacce esterne.

La prima ordinanza di abbattimento

Su di lei pende già una precedente condanna per aver attaccato due cacciatori proprio nel tentativo di difendere i cuccioli.

I fatti risalgono al giugno 2020 quando Gaia si trovava sul monte Peller con 3 orsetti a seguito. Lì avrebbe sferrato un attacco a due cacciatori, padre e figlio. Per il suo istinto materno Gaia è stata giudicata colpevole, condannata a morte per il comportamento aggressivo.

“JJ4 se li trova davanti all’improvviso, dietro un dosso, mentre è accompagnata dai suoi cuccioli: dallo “scontro” i due cacciatori ne escono con alcune ferite non gravi, ma tanto basta al Presidente della Provincia di Trento, Fugatti, per emettere un’ordinanza di abbattimento dell’orsa, che non tiene minimamente in considerazione le particolari condizioni che hanno causato lo scontro”, spiega la Lav.

Grazie alle proteste da parte delle principali organizzazioni animaliste del nostro Paese e a una serie di ricorsi, mamma orsa è stata salvata dall’abbattimento e l’ordinanza di cattura sospesa definitivamente. Ora, però, la storia sembra ripetersi e il rischio abbattimento è nuovamente dietro l’angolo.

La morte del runner

La dinamica dell’incidente di Andrea Papi appare molto complicata. Non sappiamo come siano andate realmente le cose in questo incontro ravvicinato con una femmina di orso, non sappiamo come la vittima abbia reagito. Sappiamo che un giovane è morto in un incidente che avrebbe potuto essere evitato con una gestione più scrupolosa della fauna selvatica. E sappiamo che per la provincia di Trento Gaia – e altri 3 orsi – dovrebbero pagare con la vita il prezzo di questi “errori”.

Il parere del veterinario

Può un’orsa essere ammazzata per avere difeso la sua cucciolata?

L’orso è da considerarsi un animale aggressivo come descritto dai media?

Lo abbiamo chiesto al dottor Maurilio Calleri, medico veterinario ed ecologo e presidente di LIMAV Italia OdV.

Perché accade tutto ciò con gli orsi e in particolare con le femmine?

JJ4 è un’orsa che anche io seguo da tempo, siamo di fronte a un orso contro cui non possiamo lottare, non possiamo vincere una lotta. Perché con le femmine? In questo periodo dell’anno le femmine hanno i cuccioli a seguito e devono difendere la prole come qualunque altra specie animale. Anche un animale inoffensivo difenderà i propri piccoli se qualcuno si avvicina a loro. Ovviamente l’orso ha la forza di poterlo fare e lo fa in modo più energico. L’orsa ha delle reazioni difensive, attacca in un modo che può essere più o meno violento in base a quella che è la situazione.

L’orso è un animale pericoloso?

Non succede che l’orso attacca deliberatamente ossia mi vede da lontano e viene incontro per attaccarmi, questo no. L’orso manifesta la sua aggressività in due situazioni particolari. La prima situazione è che è spaventato, si trova in una curva cieca, gli si presenta davanti un qualcosa e si spaventa. L’animale non sa se quello, l’uomo, può essere uno spavento e quindi attacca. Il secondo caso è la presenza di piccoli e quindi le strategie difensive. L’orso deve difendere il proprio territorio, i propri piccoli, deve difendere la propria incolumità. Se c’è un incontro ravvicinato la situazione è più pericola perché l’orso attacca in maniera diretta. Questo episodio è successo poi di sera, gli orsi sono più attivi al tramonto, alla sera.

Passare da un ferito a un morto è un attimo, come il dottor Calleri ha specificato, ma di chi è la responsabilità di tutto ciò? Dell’istinto difensivo di un predatore sterminato in Trentino anni addietro, reintrodotto in natura e da sopprimere perché incontrollato?

Non possiamo accettare tutto questo, l’abbattimento non è una soluzione. Come ha appena confermato il Tra di Trento, sospendendo l’ordinanza di condanna a morte.

Di recente l’associazione LAV ha proposto anche il trasferimento dell’orsa Gaia in un rifugio sicuro, ufficializzando la proposta di sospensione dell’ordinanza. Gli orsi vanno protetti, non sterminati.

Non vogliamo che corra il rischio di finire come Daniza, uccisa nel 2014 proprio dal maldestro intervento per sedarla.

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