Fugatti di nuovo alla guida della Provincia di Trento: cosa significa per orsi e lupi

La Provincia autonoma di Trento sceglie nuovamente Maurizio Fugatti come suo presidente. Come tutelare i selvatici per i prossimi 5 anni? Quali azioni intraprendere affinché si possa parlare una volta per tutte di convivenza con la fauna selvatica invece che di emergenza orsi e di abbattimenti?

Le elezioni amministrative della Provincia autonoma di Trento si sono concluse con la riconferma di Maurizio Fugatti. Il politico ha fatto parlare di sé negli ultimi mesi dopo la tragica morte del giovane runner Andrea Papi e le ordinanze che sono seguite per procedere all’uccisione di orsi e lupi del territorio trentino.

Per i prossimi 5 anni Maurizio Fugatti guiderà nuovamente la Pat, ma cosa significa questo per gli animali selvatici che popolano la regione? Tantissimo, in tutti i sensi, ma vediamo perché.

Coma dimostrato anche a conclusione del suo precedente mandato, la Pat ha bisogno di rivedere le misure di gestione e conservazione della fauna selvatica e risolvere parecchie questioni in sospeso. Non ci siamo dimenticati affatto di mamma Gaia JJ4, ancora in gabbia nel Casteller, come di M49, l’orso Papillon imprigionato da anni in un recinto all’interno dello stesso centro.

Casteller, la “prigione” degli orsi

Il Casteller è uno dei primi punti di cui discutere. La reclusione a vita nel centro vivaistico provinciale a due passi dal centro di Trento, soprannominato per questo “prigione per orsi”, non può rappresentare la soluzione al problema plantigradi.

Luoghi come il Casteller, mostrati al pubblico dagli attivisti di Assemblea antispecista per quello che sono durante un blitz, non dovrebbero neppure esistere. Se però esistono e se continuano a essere operativi allora vuol dire che qualcosa non va o, meglio, che qualcosa non è stato fatto.

Parliamo delle azioni evidenziate dalla comunità scientifica, da esperti, per una effettiva convivenza con orsi e altri selvatici, azioni intese come rispetto delle regole da parte degli escursionisti, revisione del PACOBACE e, assolutamente, prevenzione.

Prevenzione e corridoi ecologici

La prevenzione è sicuramente l’azione più urgente, ma cosa si intende esattamente con prevenzione? Una delle definizioni dall’Enciclopedia Treccani riporta “prendere tutte le precauzioni necessarie perché un evento negativo o dannoso non si verifichi”.

Prevenzione vuol dire fare tutto il possibile per scongiurare aggressioni e attacchi fatali dei selvatici “incriminati”, ma come? Educando residenti e turisti alle buone norme di comportamento a cui tutti dovrebbero attenersi in natura, monitorando gli orsi tramite radiocollari funzionanti, consentendo e regolamentando l’utilizzo dello spray anti-orso.

Non per ultimo, vanno pensati e realizzati corridoi ecologici e ridotte al minimo le occasioni di avvicinamento della fauna selvatica ai centri abitati. Per occasioni intendiamo i cassonetti anti-orso, che nelle aree trentine verranno installati non prima del 2028 – fatto gravissimo – come anche la chiusura delle stazioni di foraggiamento utilizzate dai cacciatori per stanare le prede più facilmente.

Queste mangiatoie non attirano solamente cervi o cinghiali, ma anche gli orsi.

I lupi

Per via della predazione di capi di bestiame, anche i lupi rischiano grosso. Il primo allarme è stato lanciato dalle associazioni animaliste con il via libera all’abbattimento di due esemplari in Lessinia, decisione contestata anche dal Tar, e con le iniziative per rimuovere in autonomia i grandi carnivori senza il parere dell’Ispra.

Anche per i lupi bisogna rendere effettive le misure di gestione e conservazione della specie su tutto il territorio. Tra queste vi sono naturalmente la messa in sicurezza degli alpeggi con recinzioni elettrificate e l’utilizzo di cani pastore come i Maremmani.

La piaga del bracconaggio

Una gestione inadeguata ha conseguenze terribili, specialmente se il messaggio diffuso dipinge orsi, lupi e selvatici come una minaccia da estirpare. Ciò genera paura, insicurezza, rabbia. In Trentino la lista di orsi morti per cause (alcune) ancora da chiarire è cresciuta spaventosamente negli ultimi tempi.

Dopo l’orso M62, è toccato all’orsa F36 poi ad altri due plantigradi. I loro corpi sono stati recuperati poche settimane fa. Le organizzazioni di tutela animale temono che si tratti di atti di bracconaggio. La lotta al bracconaggio non può proseguire se i provvedimenti per proteggere la fauna selvatica viaggiano in direzione opposta.

Non c’è più tempo. Il lavoro da fare per tutelare i selvatici non può attendere ancora e nemmeno può considerarsi svolto in parte con l’emanazione di discutibilissimi decreti di abbattimento. I provvedimenti pensati anche sulle base delle esperienze di altri Stati ci sono, quando verranno attuati? Questa è solamente una delle domande che vorremmo porre al neoeletto presidente Fugatti.

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