Lo Zimbabwe sta attraversando una gravissima siccità, che va avanti da mesi e che sta mettendo a dura prova esseri umani e animali. Il Governo, sostenendo che gli elefanti sono troppi nel Paese, ha deciso di abbattere 200 esemplari, anche per far fronte alla scarsità di cibo che sta mettendo in ginocchio il Paese
Lo Zimbabwe ha ordinato di uccidere 200 elefanti per far fronte alla terribile siccità che sta devastando il Paese e che sta portando ad una grave insufficienza di cibo. Secondo il ministro dell’Ambiente gli elefanti sono “troppi”, comunque di numero superiore al necessario e che per questo possano essere sacrificati.
Il Paese africano sta affrontando una siccità senza precedenti che ha portato a carenze alimentari, di cui stanno soffrendo le persone ma anche, in realtà, gli stessi elefanti.
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Secondo quanto riportato da The Guardian, lo scorso mercoledì 11 settembre il ministro dell’Ambiente dello Zimbabwe ha riferito in Parlamento che il Paese ha “più elefanti del necessario”, aggiungendo che il Governo ha incaricato la Zimbabwe Parks and Wildlife Authority (ZimParks) di avviare il processo di abbattimento.
Lo Zimbabwe ospita circa 100.000 elefanti, la seconda popolazione più grande al mondo dopo il Botswana. E, grazie agli sforzi di conservazione, Hwange, sede della più grande riserva naturale dello Zimbabwe, ospita 65.000 animali, più di quattro volte la sua capacità, secondo quanto sostenuto da ZimParks. Ma proprio qui verrebbero cacciati i 200 esemplari, dove si sono scontrati con gli umani.
Non è la prima volta che il Paese prende decisioni di questo tipo: nel 2021, per esempio, aveva stabilito di mettere in vendita le licenze per uccidere fino a 500 elefanti entro l’anno proprio per fronteggiare la crisi.
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L’idea ora è quella di “imitare” la Namibia, abbattendo gli elefanti in modo da essiccarne la carne, confezionarla, garantendo che arrivi ad alcune comunità che hanno bisogno di proteine”. Il Paese vicino, infatti, ha dichiarato questo mese di aver già ucciso 160 animali selvatici in un abbattimento pianificato di oltre 700, tra cui 83 elefanti, per far fronte alla sua peggiore siccità da decenni.
Gli animali, anche qui, sono “accusati” di provocare danni agli ecosistemi, e una grave pressione sulle risorse idriche e alimentari, già in crisi da tempo, che sta mettendo in ginocchio le Nazioni.
Entrambi gli Stati africani hanno dichiarato lo stato di emergenza a causa della siccità. A questo si aggiunge che circa il 42% degli abitanti vive in povertà, secondo le stime delle Nazioni Unite, e le autorità affermano che circa 6 milioni di persone avranno bisogno di assistenza alimentare durante la stagione magra da novembre a marzo, quando il cibo è più scarso.
La decisione di cacciare gli elefanti per il cibo è stata ovviamente criticata da diverse parti, anche perché la specie è a rischio estinzione.
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Il governo deve avere metodi più sostenibili ed ecosostenibili per affrontare la siccità – tuona Farai Maguwu, direttore del Centre for Natural Resource Governance, organizzazione non-profit che promuove la partecipazione dei cittadini e la gestione sostenibile delle risorse naturali
D’altronde, anche l’abbattimento degli elefanti in Namibia è stato condannato come miope, crudele e in realtà del tutto inefficace (anche se il governo sostiene che gli 83 esemplari abbattuti sarebbero solo una piccola frazione dei 20.000 elefanti stimati nel Paese arido.
Piccola nota: non sono solo le organizzazioni ambientaliste e a difesa degli animali a condannare queste decisioni. In realtà anche alcuni esponenti di controparti, che sostengono come gli elefanti siano in realtà delle risorse economiche per il Paese, attraendo ogni anno turisti da tutto il mondo (con comportamenti non sempre molto “etici”).
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Fonte: The Guardian
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