Così un parassita “controllerebbe” la mente dei lupi rendendoli impavidi, lo studio

Un recente studio scientifico ha mostrato il particolare effetto di un parassita su una popolazione di lupi grigi del Parco Nazionale di Yellowstone. Questo parassita renderebbe i predatori più coraggiosi

Siamo abituati a conoscerli come grandi predatori sociali, diffidenti nei confronti dell’essere umano ma abilissimi carnivori. Proprio il loro coraggio potrebbe essere indotto in un certo senso da un parassita che manipolerebbe la loro mente.

A sostenerlo un nuovo studio scientifico apparso sulla rivista Communications Biology. I ricercatori hanno monitorato i lupi presenti nel Parco nazionale di Yellowstone, consultando 26 anni di dati registrati e osservando i comportamenti di questi predatori tramite telecamere, radiocollari e test sierologici.

Questi ultimi hanno messo in luce che alcuni esemplari di lupo risultavano affetti da toxoplasmosi, patologia provocata dal parassita Toxoplasma gondii. Questa infezione è associata spesso al gatto, identificato come il “portatore della malattia” in quanto il parassita si trova nelle feci del felino o nell’area in cui vi sono feci di un gatto o altro animale infetto.

Nel caso dei lupi, gli studiosi hanno voluto scoprire se e come il Toxoplasma gondii potesse alterare il comportamento dei lupi sieropositivi. E così è stato perché i risultati hanno mostrato come i lupi sieropositivi avessero una maggiore “spinta” a lanciarsi in situazioni di pericolo e maggiori probabilità di disperdersi, allontanarsi cioè dal proprio territorio per formare un nuovo branco e riprodursi, e diventare capobranco.

Nello specifico, un lupo maschio sieropositivo avrebbe una probabilità del 50% di disperdersi entro sei mesi monitorati rispetto a un maschio sieronegativo monitorato entro 21 mesi. La probabilità di dispersione per i primi era 11 volte superiore rispetto ai secondi. Invece la probabilità che un lupo sieropositivo diventi capobranco è oltre 46 volte superiore a quella di un lupo sieronegativo.

Presumiamo che potrebbe esserci una sorta di legame tra l’audacia causata dal Toxoplasma gondii e l’essere più disposti a lasciare il proprio raggio d’azione e andare nel territorio di un altro lupo e possibilmente essere ucciso, ha dichiarato Connor Meyer, coautore dello studio.

Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, il Toxoplasma gondii “può infettare moltissimi animali (dai mammiferi agli uccelli, dai rettili ai molluschi) e può trasmettersi da un animale all’altro attraverso l’alimentazione con carne infetta”.

Gli studiosi ipotizzano difatti che questa contaminazione sia avvenuta per via della condivisione dell’habitat e delle stesse specie predate con i puma. Dai test per Toxoplasma gondii eseguiti su 62 puma, il 51,6% era risultato positivo all’infezione.

Fonte: Communications Biology

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