La stagione del recupero di pulli è iniziata, ma non sempre gli uccelli che appaiono in difficoltà devono essere raccolti. Ci sono più fattori da tenere in considerazione. Ecco cosa fare nel caso si incontri un piccolo caduto dal nido
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Con l’arrivo della primavera anche la stagione dei pulli può dirsi ufficialmente iniziata. Con questo termine ci si riferisce agli uccelli da poco venuti al mondo, seguiti dai loro genitori prima di spiccare il volo. A partire da questo periodo può capitare di scorgere sul ciglio di un sentiero o in giardino i piccoli caduti dal nido.
Come comportarsi in questo caso e aiutarli? Dobbiamo recuperarli? Non vi è un’unica risposta a queste domande perché non sempre gli uccelli che sembrano in difficoltà vanno raccolti. Molto dipende dalla specie e dalle circostanze. Vediamolo i singoli casi con le indicazioni della LIPU, la Lega italiana protezione uccelli.
Rondoni, rondini, balestrucci
Come la LIPU chiarisce, nel caso di rondoni, rondini e balestrucci gli esemplari vanno sempre recuperati e portati presso un centro specializzato per la fauna selvatica. È importante distinguere tra adulti e giovani individui incapaci di volare perché il soccorso è differente. (Leggi anche: Ho trovato un rondone caduto dal nido: cosa fare (e cosa no) per aiutare gli uccelli in difficoltà)
Merli
Se si dovesse trattare di altre specie come, ad esempio, il merlo, il discorso è diverso. Molto spesso i pulli di merlo vengono recuperati per errore perché non si sa come comportarsi correttamente quando se ne vede uno.
I pulli di merlo escono dal loro nido prima di imparare a volare, ma non sono abbandonati a loro stessi. I genitori li seguono da lontano portandogli del cibo fin quando i giovanissimi merli saltelleranno e saranno in gradi di procacciarsi i loro pasti da soli. Passeranno infatti gran parte della loro vita a terra a cercare cibo.
Quando un pullo va recuperato
In definitiva possiamo dire dunque che un pullo va recuperato quando è ferito o debilitato. Se si crede che l’uccellino sia in pericolo, lo si può spostare in un luogo più sicuro. Un buon riparo potrebbe essere sotto a un cespuglio. Nel caso di particolari eventi come piogge intense, grandinate o ondate di caldo, è meglio mettersi immediatamente in contatto con un esperto di un centro recupero e valutare bene la situazione.
Se il pullo non ha le piume, si deve verificare che il nido sia o meno accessibile. Se dovesse esserlo, il pullo va riposizionato maneggiandolo con estrema delicatezza nel nido in attesa che i suoi genitori tornino da lui. Contrariamente ai mammiferi, gli uccelli non abbandonano i loro piccoli se questi sono stati toccati dall’essere umano.
Se il nido non dovesse essere accessibile, il piccolo va raccolto e collocato in una scatola di cartone non troppo grande foderata con carta assorbente. Andranno fatti dei fori dall’interno verso l’esterno sulla parte alta o sul coperchio e il pullo tenuto al caldo, evitando però tessuti a trama larga o cotone idrofilo. Successivamente va portato in un centro. Prima lo si fa, maggiori saranno le probabilità di sopravvivenza del piccolo.
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Fonte: LIPU
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