Chiuse le indagini per l’uccisione (con crudeltà) dell’orsa Amarena: si va verso il processo

Le indagini a carico dell'aguzzino di Amarena, l'orsa uccisa a fucilate in provincia dell'Aquila, si sono concluse. L'accusa è di uccisione di animali con l'aggravante della crudeltà. Vogliamo ora giustizia per questa mamma orsa freddata allora in presenza dei suoi cuccioli

Andrà a processo l’uomo che a San Benedetto dei Marsi ha ucciso Amarena, la femmina di orso bruno marsicano simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise ed emblema della convivenza tra essere umano e fauna selvatica.

Dopo ormai 10 mesi dalla sua morte, si sono ora chiuse le indagini a carico del soggetto, accusato di reato di uccisione di animale con l’aggravante della crudeltà contestato dalla Procura di Avezzano.

L’uomo, un macellaio di San Benedetto dei Marsi (AQ), aveva imbracciato il fucile e freddato Amarena. Il colpo partito dall’arma le ha procurato una emorragia interna, come stabilito dall’autopsia condotta sul suo corpo.

Ma c’è di più perché il PM ha confermato che l’indagato ha sparato all’orsa con l’intenzione di ucciderla.

Ricordiamo che la perizia medico-legale aveva stabilito che al momento dello sparo l’orsa non era pericolosa” commenta l’associazione LEAL, che come altre sigle animaliste si costituirà parte civile nel processo.

È morta così Amarena, lasciando orfani i suoi cuccioli. Quella notte l’orsa non era infatti sola, ma in compagnia di due piccoli. Gli orsetti, monitorati costantemente dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e collaboratori, ce l’hanno fatta anche senza la loro mamma e hanno superato l’inverno. Adesso sono orsi, non più cuccioli.

In questi mesi sono state organizzate manifestazioni, eventi in suo ricordo ed è stato inaugurato da poco anche il Sentiero Amarena, che ripercorre tutti i luoghi più cari all’orsa. Nessuno dimenticherà mai l’orsa uccisa a fucilate nella sua casa.

Chi l’ha uccisa a sangue freddo dovrà pagare per quello che ha fatto. Purtroppo, le attuali leggi non danno la certezza di una reale punizione, nemmeno in casi così efferati, e la proposta di legge attualmente in Parlamento per l’inasprimento delle pene è arenata e la sua discussione è stata nuovamente rinviata. Il clima politico per quanto riguarda la tutela degli animali e dell’ambiente è veramente negativo in questo momento, nonostante la sensibilità degli italiani sia molto più a favore di una maggiore intolleranza per i reati contro gli animali” dichiara Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection, associazione che ha seguito il caso e si costituirà parte civile.

Amarena era nota per essere una delle femmine più prolifiche del Parco, parte integrante di una popolazione vulnerabile, quella dell’orso bruno marsicano. L’associazione LAV chiede perciò, come già fatto in precedenza, di valutare anche il grave danno ambientale procurato dall’indagato uccidendo un’orsa in età riproduttiva.

Si va ora verso il processo.

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Fonti: LEAL – LNDC Animal Protection – LAV

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