Il Giappone vuole fermare a tutti i costi Paul Watson, che si batte da tempo contro la caccia alle balene. Dopo l’arresto in Groenlandia, lo stato nipponico ha chiesto l’estradizione al governo danese, che ha dichiarato l’intenzione di valutare attentamente la richiesta
Non c’è pace per Paul Watson, ex leader del gruppo anti-baleniero Sea Shepherd che da tempo si batte per fermare la caccia alle balene. Il Giappone non ci sta e ha chiesto l’estradizione del capitano alla Danimarca, dopo l’arresto avvenuto in Groenlandia lo scorso 21 luglio.
La storia parte da molto lontano: nel 2010, infatti, la Guardia costiera giapponese aveva ottenuto un mandato di arresto per Paul Watson con l’accusa di aver organizzato ostruzioni forzate alla ricerca sulla caccia alle balene in Giappone e lo aveva inserito in una lista di ricercati a livello mondiale tramite l’International Criminal Police Organization (ICPO).
La polizia della Groenlandia, un territorio autonomo della Danimarca, ha arrestato Watson lo scorso 21 luglio, mentre il capitano era in viaggio via mare verso il Pacifico settentrionale per una missione volta a ostacolare di nuovo le operazioni di una nave madre baleniera giapponese.
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Paul Watson è un attivista e ambientalista canadese, noto per aver fondato e presieduto la Sea Shepherd Conservation Society, un’organizzazione dedicata alla protezione e alla conservazione delle risorse marine e della fauna oceanica.
Si ritiene che questo arresto sia collegato ad una precedente Red Notice, avviso rosso emesso per le attività a favore delle balene di Watson in Antartide, ma sembra comunque una sorpresa dato che gli avvocati della Fondazione avevano riferito che la notifica era stata ritirata.
Il Ministero della giustizia danese ha dichiarato al portale NHK di aver ricevuto una richiesta formale di estradizione dal governo giapponese lo scorso 31 luglio e di avere l’intenzione di valutare con attenzione la richiesta.
Ci sono crescenti richieste contro l’estradizione di Watson, in particolare da parte dei Paesi anti-balenieri, ed è online una petizione per chiedere la sua liberazione, la liberazione di un uomo di 73 anni la cui unica “colpa” è quella di aver dedicato la sua vita alla salvaguardia degli oceani e delle balene.
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Il 15 agosto si terrà in Groenlandia un’udienza per la custodia cautelare, in attesa della decisione danese sulla richiesta di estradizione.
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