La nostra fauna selvatica è in pericolo e rischia di perdere la sua tutela tramite un possibile smantellamento della normativa italiana in materia venatoria. Le associazioni animaliste hanno lanciato l'allarme, organizzando un'azione e presentando al Senato decine di migliaia di firme contrarie alle liberalizzazioni attualmente in discussione
La fauna selvatica la vogliamo viva e protetta, non decimata a colpi di fucile, attirata da richiami vivi e uccisa lungo le rotte migratorie. È la volontà dei cittadini europei e italiani, che hanno fatto sentire la propria voce dicendo un secco no alla caccia sregolata.
Sono decine di migliaia le firme raccolte dalle organizzazioni di tutela animale e consegnate simbolicamente al Senato per fermare i tentativi di revisione della legge sulla caccia con liberalizzazioni in contrasto con le direttive comunitarie e il dettato costituzionale.
L’azione è delle associazioni Animalisti Italiani, Anpana, Cabs, Enpa, Gaia Animali e Ambiente, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, Lndc Animal Protection, Oipa, Pronatura, Rete dei santuari e WWF Italia, che hanno inviato una lettera al presidente del Senato Ignazio La Russa.
Gli occhi sono puntati in particolare sull’attività della Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato. Si sta discutendo attualmente su una legge di conversione tramite Decreto legge con pericolosi emendamenti in ambito venatorio, che riguardano anche la Direttiva europea ‘Uccelli’.
Si parla di vanificare i ricorsi contro i calendari venatori illegittimi, sparare agli uccelli in migrazione sui valichi montani, sottrarre i richiami vivi dalle tutele della legge, tutti punti di una gravità inaudita che potrebbero costare caro all’Italia.
Il tutto ad aggravare la situazione del nostro Paese che, in materia venatoria, è già sotto procedura di infrazione (da febbraio 2024) e di una procedura Eu- Pilot, aperta l’anno scorso, proprio su molti dei contenuti degli emendamenti che saranno votati nel Dl Agricoltura” commentano allarmate le associazioni.
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In fatto di caccia, il nostro Paese non si smentisce, ma i cittadini italiani e gli europei sono di tutt’altro avviso. Lo dimostrano le 65mila firme raccolte attraverso una petizione popolare avviata dalla Lipu-BirdLife Italia. La decisione è ora nelle mani di La Russa.
Facciamo appello affinché Lei possa intervenire e porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché questi emendamenti siano respinti, nel rispetto del dettato costituzionale e della correttezza dei percorsi istituzionali” concludono le sigle animaliste.
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