Dalla Provincia autonoma di Bolzano arrivano provvedimenti sconcertanti per autorizzare l'abbattimento dei lupi. Istituite da pochissimo le "zone pascolive protette", alpeggi a protezione speciale del territorio. Per le associazioni animaliste la misura è solo un pretesto per uccidere i selvatici
È stato emanato nei giorni scorsi il decreto della Provincia autonoma di Bolzano contenente l’elenco delle 1458 zone pascolive protette nel proprio territorio, una misura per salvaguardare le greggi e consentire il prelievo dei lupi che oltrepassano questi neo confini.
Prelievo vuol dire uccisione dei selvatici accusati di predare il bestiame, essere cioè dei predatori come nella natura del lupo. La decisione segue un provvedimento risalente allo scorso giugno secondo cui il parere di ISPRA sull’abbattimento del singolo esemplare deve pervenire entro massimo 15 giorni. In caso contrario si procederà seguendo la perizia dell’Osservatorio faunistico provinciale, il cui verdetto è molto prevedibile.
Ma come è possibile che si sia arrivati a una simile decisione? Purtroppo sebbene il lupo sia una specie che gode di particolare tutela nazionale e internazionale, è proprio l’ISPRA a stabilire ed elencare la necessaria protezione delle greggi tra le condizioni che possono autorizzare la rimozione ossia l’uccisione di un lupo.
Così si procederà, richiedendo il prelievo degli esemplari che varcheranno gli alpeggi protetti. Il primo individuo potrebbe essere già ammazzato dal prossimo 2 settembre, reo di aver attaccato alcuni animali da reddito.
La risposta da parte delle organizzazioni di tutela ambientale di tutta Italia non è tardata ad arrivare. La LAV, Lega Anti Vivisezione, ha definito l’istituzione delle zone pascolive protette un “pretesto per aprire la caccia ai lupi su tutto il territorio“.
Le disposizioni fanno pensare proprio questo perché pressoché ogni luogo altoatesino in cui vi è un pascolo può essere in possesso dei requisiti richiesti e ritenuto di conseguenza area di protezione. Tra i criteri si legge infatti che una zona diviene area di protezione del pascolo se “le recinzioni su larga scala, la pastorizia permanente con o senza cani o l’uso di cani da guardia non sono possibili per ragioni oggettive” e ancora se ” non ci sono almeno due cani da pastore in servizio e se non è prevista una sistemazione adeguata per loro”.
Troppo semplice risolvere così la questione della protezione degli alpeggi senza alcun impegno a evitare le predazioni e liberarsi una volta per tutte dei lupi che allevatori e agricoltori altoatesini vogliono vedere morti. La proposta sembra esser scritta proprio da questi ultimi secondo la LAV.
La Giunta provinciale bolzanina, evidentemente in pieno furore pre-elettorale e alla spasmodica ricerca di voti, sembra abbia solamente messo la firma ad atti scritti sotto dettatura dagli allevatori che non hanno alcuna intenzione di adottare le misure di prevenzione delle predazioni” commenta Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV Animali Selvatici.
La Provincia autonoma di Bolzano non si sforza neppure di nascondere i suoi intenti, rendendo noto nel comunicato stampa diffuso da pochi giorni che “sono state create le basi per l’emissione di un decreto di prelievo del lupo. Ora si passa alla pratica” testuali parole. La politica ha fallito ancora nella salvaguardia della fauna selvatica.
La LAV sta già preparando il ricorso al TAR per bloccare questo vergognoso atto che per la prima volta in Italia potrebbe comportare l’uccisione di un lupo, colpevole solo di essersi cibato di animali che gli allevatori gli hanno lasciato a disposizione non resteremo a guardare e ci opporremo in ogni sede a questa deriva ammazzalupi, nonostante abbia il pieno sostegno del Governo, che si è ben guardato dall’impugnare la Legge provinciale” ha dichiarato l’associazione.
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Fonti: Provincia autonoma di Bolzano – LAV
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