La caccia alle balene in Giappone si intensifica: primo esemplare in pericolo catturato dopo quasi 50 anni

Il Giappone ha ripreso la caccia alla balenottera comune, con il primo esemplare considerato in pericolo catturato dal 1976  

Sembrava che l’incubo fosse finito e invece il Giappone ha ripreso la caccia alla balenottera comune, un’azione che ha suscitato ampie critiche internazionali e sollevato preoccupazioni per la conservazione di questa specie, che è considerata “in pericolo” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Si tratta del primo esemplare catturato dal 1976, segnando un significativo passo indietro negli sforzi globali per la protezione delle balene. Il governo giapponese dal canto suo sostiene che la specie è abbondante e quindi la caccia è sostenibile, nonostante la sua vulnerabilità.

L’offensiva giapponese sulla caccia alle balene ha radici storiche, con il governo che rivendica la caccia come parte della cultura tradizionale. Tuttavia la cattura di cetacei è stata precedentemente limitata a specie come la balena Minke, Bryde e Sei.

La recente aggiunta della balenottera comune alla lista delle specie cacciabili è avvenuta dopo che il Giappone si è ritirato dalla Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene (IWC) nel 2019, un gesto che ha segnato la fine della cooperazione internazionale su questo tema.

Una caccia crudele che causa enormi sofferenze

Le balene rivestono un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, contribuendo al ciclo dei nutrienti e al sequestro del carbonio, elementi essenziali nella lotta contro il cambiamento climatico. La ripresa della caccia non solo minaccia la biodiversità marina, ma potrebbe anche compromettere gli equilibri ecologici già fragili. L’estinzione di questi animali può avere conseguenze devastanti per gli oceani e per l’umanità.

Inoltre non dobbiamo dimenticarci la crudeltà della caccia commerciale. Gli arpioni utilizzati spesso non uccidono le balene all’istante, causando loro sofferenze prolungate. Fortunatamente, mentre il Giappone continua a sostenere la caccia come una questione di sicurezza alimentare e tradizione, la domanda di carne di balena è in costante declino, con un consumo annuale che si attesta attorno a 1.000-2.000 tonnellate, un numero ben lontano dai volumi degli anni ‘60.

Le organizzazioni ambientaliste, come l’International Fund for Animal Welfare (IFAW), stanno intensificando le loro campagne per fermare questa pratica, sottolineando che la caccia alle balene non solo contraddice gli impegni di conservazione internazionale del Giappone, ma mina anche la sopravvivenza a lungo termine delle balenottere comuni.

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