In Trentino è stata ritrovata la carcassa di un orso subadulto, la terza nel giro di soli due mesi. Le associazioni animaliste non escludono si tratti di bracconaggio e attendono gli esiti degli accertamenti effettuati dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per presentare nel caso denuncia
Sono tre gli orsi rinvenuti senza vita nei boschi del Trentino, tre solamente in due mesi. L’ultima segnalazione è arrivata nella serata dello scorso venerdì 16 giugno a Cavedago da parte di un escursionista, che si è imbattuto nel plantigrado.
Il personale del Corpo forestale della regione si è recato sul posto per recuperate l’animale selvatico. Si tratterebbe di un orso maschio “subadulto” deceduto giorni fa. Il corpo è stato consegnato all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per gli accertamenti del caso, volti anche a conoscere l’identità dell’esemplare.
Quanto sta accadendo nella regione, come l’OIPA ha sottolineato, “non è affatto un bel biglietto da visita per il Trentino e chi lo governa”.
Appare ben strano che tre orsi in meno di due mesi siano stati trovati morti nei boschi trentini. Una circostanza che una volta di più non depone a favore della gestione della fauna selvatica, e in particolare dei plantigradi, da parte della Provincia di Trento. Il Trentino sta diventando una terra nemica della fauna e sta allontanando anche turisti ed escursionisti, ma certa politica è così miope da non correre ai ripari” commenta il responsabile per la Fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza.
Prima la carcassa del cucciolo d’orso ritrovata in Val di Sole, poi M62 – il plantigrado problematico nel mirino del presidente Fugatti– e adesso quest’orso. Per quanto non si possano escludere dinamiche naturali, le organizzazioni in difesa degli animali si riservano di presentare denuncia contro ignoti per uccisione di animali.
Gli animalisti temono infatti che questo possa essere un caso di bracconaggio. Saranno gli esami svolti sulla carcassa dell’animale e stabilire le cause della morte. C’è molta tensione nell’aria anche a seguito dell‘avvistamento di un orso nei pressi del centro abitato di Arco.
L’episodio continua a far accrescere la paura dell’orso nei cittadini, paura che però non si traduce nell’attuazione di misure di sicurezza rispettose degli animali da parte delle amministrazioni locali. Anzi, come gli animalisti ribadiscono, si fomenta invece un clima d’odio verso i grandi carnivori.
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Fonte: OIPA – Provincia di Trento
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