Un nuovo studio scientifico dimostrerebbe che gli elefanti utilizzerebbero dei nomi tra di loro per comunicare in maniera specifica. Ciò avverrebbe senza imitare il ricevente come fanno invece i delfini. La società matriarcale degli elefanti come la loro comunicazione è estremamente complessa e non smette di affascinare la scienza
Intelligenti, attentissimi, dall’ottima memoria. Gli elefanti non sono solamente i mammiferi terrestri viventi più grandi della Terra, ma animali incredibili, dotati di una elevatissima sociabilità e dalla personalità intrigante e ricca di sorprese.
Proprio come noi esseri umani, anche gli elefanti si darebbero dei nomi tra di loro per identificarsi e comunicare. Lo rivela un nuovo studio scientifico condotto in Kenya e pubblicato sulla rivista bioRxiv. Un team di ricercatori ha seguito un gruppo di 17 elefanti africani selvatici registrando i loro barriti.
In totale sono state ottenute 625 registrazioni, analizzate grazie all’intelligenza artificiale. Gli studiosi hanno classificato i richiami osservando che mentre alcuni dei suoni prodotti risultavano come semplici saluti tra individui, altri potevano essere interpretati come vocalizzazioni specifiche rivolte ai singoli esemplari.
Mostriamo che gli elefanti africani selvatici si rivolgono l’un l’altro con richiami individualmente specifici senza alcuna prova di imitazione delle vocalizzazioni del ricevente” si legge nello studio.
È interessante notare che queste vocalizzazioni non si basano sull’imitazione dei suoni prodotti dal ricevente, come avviene per i delfini o per i pappagalli. Queste ultime due specie “si rivolgono ai propri simili imitando i richiami del destinatario” spiegano gli studiosi. Tra gli elefanti invece sembra accadere tutt’altro.
Sempre grazie all’IA, il team ha potuto scoprire a chi erano diretti i barriti e la reazione dei conspecifici interpellati. Le registrazioni sono state riprodotte agli elefanti coinvolti nello studio. Quando i pachidermi venivano chiamati “per nome” rispondevano immediatamente muovendosi verso il suono e vocalizzando più velocemente.
Quando i richiami erano rivolti ad altri individui, la risposta degli elefanti era diversa. Ciò proverebbe la capacità di questi straordinari animali di determinare la struttura della chiamata/conversazione e capire se e quando questa è indirizzata a loro.
Gli esperti ritengono che all’interno di una vocalizzazione gli elefanti possano veicolare simultaneamente più messaggi. Tra questi sembrerebbero esservi anche i “nomi” dei simili ai quali si rivolgono in modo specifico.
Attualmente la ricerca è stata sottoposta a revisione paritaria. Se il contenuto del lavoro dovesse essere accettato dagli specialisti del campo, questo renderebbe l’elefante l’unica specie non umana a rivolgersi ai conspecifici senza imitare i riceventi.
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Fonte: bioRxiv
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