Addio Kuki, l’elefantessa africana morta allo zoo di Buenos Aires dopo 30 anni di cattività

Kuki non ce l’ha fatta: dopo oltre 30 anni vissuti all’Ecoparco in cattività, è morta in circostanze misteriose poco prima di essere trasferita in un santuario insieme alla sua compagna inseparabile Pupy

Kuki, un’elefantessa africana che ha vissuto per oltre 30 anni presso l’”Ecoparco” di Buenos Aires, è morta lo scorso 22 ottobre, proprio mentre era in procinto di essere trasferita in un santuario per elefanti in Brasile. Le cause della morte non sono ancora note, ma sarà effettuata una necroscopia per determinarle.

Kuki, insieme alla sua compagna Pupy, era arrivata in Argentina nel 1993 dal Parco Nazionale Kruger, in Sudafrica, dopo aver perso la madre. Le due elefanti hanno condiviso per decenni lo stesso spazio, prima nel vecchio zoo di Buenos Aires e successivamente nell’Ecoparco.

Già nel 2020 era stato annunciato che Kuki e Pupy sarebbero state trasferite in un santuario in Brasile, un’area protetta dove avrebbero potuto vivere in un habitat più naturale e godere di maggiore libertà. Tuttavia il trasferimento è stato più volte posticipato a causa di problemi logistici e burocratici.

Solo poche settimane prima della morte di Kuki erano stati finalmente concessi i permessi necessari per il viaggio verso il Santuario di Elefanti in Mato Grosso, ma purtroppo Kuki non è riuscita a fare quel viaggio e non ha potuto respirare un po’ di libertà.

Pupy era presente al momento del decesso

La notizia della sua morte ha scosso gli ambientalisti che da anni si battevano per migliorare le condizioni di vita degli elefanti in cattività. Il personale dell’Ecoparco ha dichiarato che Kuki non mostrava segni di malattia e che la morte è avvenuta improvvisamente durante le prime ore del mattino. Pupy, la sua compagna inseparabile, era presente al momento del decesso.

Le autorità dell’Ecoparco hanno deciso di chiudere temporaneamente la struttura per lutto. Nel frattempo, i funzionari e gli attivisti sperano che questo triste evento possa accelerare i processi burocratici per il trasferimento degli altri elefanti ancora in cattività in Argentina, inclusa Pupy, al santuario in Brasile.

La triste morte di Kuki ad un passo da una maggiore libertà dopo anni in cattività in un habitat molto diverso dal suo non può che farci riflettere ancora una volta sull’importanza di creare santuari per questi animali, con la scienza che ha dimostrato che la vita in cattività non è compatibile con le loro necessità naturali. Auspichiamo tutti che il tragico caso di Kuki sia un monito per evitare ritardi futuri prima che, come per questa dolce elefantessa, sia troppo tardi.

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