Addio Bambotto, il cervo che faceva visita alle case è stato ucciso a colpi di fucile da un cacciatore

Ucciso a fucilate da un cacciatore il cervo Bambotto, simbolo di un paese in provincia di Belluno. Mangiava dalle mani delle persone del posto, salutandoli alla finestra o riposando sulle scale delle loro case. Gli abitanti sono profondamente addolorati per questo triste e vergognoso epilogo. Per loro Bambotto era una presenza costante

Nessun cervo farà più capolino dalle finestre delle case di Pecol come faceva Bambotto. Questo il nome dell’animale selvatico di 7 anni che sin da cucciolo era solito gironzolare per le vie della frazione di San Tomaso Agordino, in provincia di Belluno, e mangiare dalle mani dei suoi abitanti.

Bambotto non c’è più, è stato ucciso a fucilate nei giorni scorsi da un cacciatore. Il cervo era la mascotte del posto, un simbolo per tutti coloro che anno dopo anno attendevano con gioia di poterlo rivedere e dargli affettuosamente il bentornato.

Bambotto era cresciuto a Pecol, la sua mamma lo aveva affidato al paese. Così vogliono pensare i residenti di Pecol, profondamente addolorati per la perdita dell’amico cervo perché Bambotto per loro era un amico, una figura gentile che riposava sull’uscio delle case.

Da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti e fidandosi come aveva fatto lei per tutta la sua vita. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Era diventato bellissimo e maestoso e credo che siano davvero pochi quelli che non lo conoscano” ricorda Donatella Zendoli, a cui Bambotto teneva spesso compagnia.

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Il cervo aveva riposto la sua fiducia nell’essere umano, si fidava di quelle persone buone che calorosamente lo avevano accolto e considerato uno di loro. Ma purtroppo, come anche la storia dell’orsa Amarena ci dimostra, la vicinanza alla nostra specie espone gli animali a pericoli fatali.

Bambotto è stato ammazzato da un cacciatore, probabilmente per la sua carne o per i suoi imponenti palchi. Di lui resta solamente il ricordo, un ricordo accompagnato da infinita tristezza. Episodi di questo tipo ci fanno riflettere quanto vergognosa sia la caccia, un’attività che non fa distinzione tra le prede, ma uccide per puro sadico divertimento.

Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere della Regione Veneto Andrea Zanoni.

Invito chi ama gli animali e la natura a farsi parte attiva per la loro tutela, ad impegnarsi anche in politica, solo con un impegno di tutti un giorno potremmo arrivare ad ottenere leggi che considerino gli animali esseri da tutelare e difendere, patrimonio di tutta la collettività, e non oggetto di divertimento di persone senza empatia e rispetto per gli animali e la natura” ha commentato Andrea Zanoni.

Vogliamo salutare Bambotto con questo video condiviso da Donatella Zendoli pur sapendo che, con il cuore infranto, nessuno potrà dire più “ciao tesoro, sei tornato”.

https://www.facebook.com/donatella.zendoli/videos/1025390708705534

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Fonte: Donatella Zendoli/Facebook

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