Animali rinchiusi nelle gabbie sull’asfalto rovente, il caldo torrido rende il circo ancora più crudele

Bufera ad Ascoli Piceno per il Circo Orfei attendato in un piazzale privo di tutto e recinti sull'asfalto bollente. Associazioni e animalisti chiedono al Comune di revocare immediatamente l'autorizzazione concessa al circo perché un simile sfruttamento non deve andare in scena, né oggi né mai

In questi ultimi giorni le colonnine di mercurio hanno sfiorato se non superato i 40° C in moltissime città. Una simile calura fiacca chiunque. Anche i nostri amici a quattro zampe soffrono per questo caldo estremo, lo stesso gli animali rinchiusi negli zoo che per natura appartengono a territori freddi e i selvatici di cui si servono i circhi per i loro spettacoli.

Malgrado le temperature proibitive, tutti gli esemplari sfruttati dai circensi continuano a essere spostati avanti e indietro per l’Italia nelle loro gabbie, esibirsi per far felice il pubblico e a sgambettare sull’asfalto rovente tra una tappa e l’altra. È quanto sta accadendo al Circo Orfei Africa, attualmente attendato nel piazzale dello stadio ad Ascoli Piceno con in mostra il “sogno africano”.

A documentare e denunciare le condizioni nelle quali sono tenuti gli animali del circo tra cui cavalli, tigri bianche, leonesse in questi giorni da bollino rosso è stata l’associazione Lega Abolizione Caccia (LAC). Il posto concesso al circo, come dimostrano le immagini scattate, è un ammasso di cemento. Mancano alberi, manca terreno naturale a disposizione degli animali, manca l’ombra.

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Nei giorni scorsi ad Ascoli Piceno sono state registrate temperature fino a oltre i 33° C, ma quelle dell’asfalto sono ben più alte e possono tranquillamente superare anche i 50° C. Una doppia tortura per animali privati di tutto, del loro istinto naturale, della loro dignità in quanto esseri viventi.

Il vergognoso caso è stato portato all’attenzione del Comune di Ascoli Piceno e del primo cittadino poiché proprio l’amministrazione comunale ha concesso l’autorizzazione al Circo Orfei per attendarsi. Come è possibile che la documentazione presentata dal circo ed esaminata dai Servizi veterinari risulti in regola? Questa è una delle tante domande alle quali la LAC e gli animalisti tutti vorrebbero risposta.

L’amministrazione continua a non curarsi delle innumerevoli richieste e degli appelli, già inoltrati in passato, contro lo sfruttamento degli animali, specie se incompatibili con la cattività, oltre che per evitare ai cittadini di assistere impotenti alla umiliazione delle creature imprigionate, e soprattutto ai bambini di essere sottoposti a visioni altamente diseducative, proprio nell’età in cui bisognerebbe promuovere in loro l’empatia” scrive l’associazione.

L’associazione invita chiunque a far sentire la propria indignazione, scrivendo una mail agli indirizzi protocollo@comune.ap.it e segreteria.sindaco@comune.ascolipiceno.it

Quella di Ascoli Piceno non è una realtà isolata. Anche in tante altre località dove i cittadini stanno patendo le pene dell’inferno per il troppo caldo sono accampati circhi. Così è a Sciacca, in Sicilia, dove sotto ai riflettori ci sono anche leoni marini, pappagalli e molte altre povere specie recluse.

Sebbene gli spettatori recensiscano positivamente questa controversa forma di intrattenimento, lo sfruttamento degli animali nei circhi e la loro prigionia camuffata da fantasmagorici trucchi e acrobazie è lo spettacolo più triste e desolante a cui si può assistere. Basta circhi con animali.

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Fonte: LAC Ascoli Piceno/Facebook

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