500 animali morti per abusi: la scioccante inchiesta svela la verità dietro al South Lakes Safari Zoo

Il South Lakes Safari Zoo è stato accusato di maltrattamenti nei confronti degli animali, sovraffollamento e lotte tra animali in gabbie inadeguate oltre a una cultura del lavoro tossica

Il South Lakes Safari Zoo, un’attrazione nel Regno Unito, è finito sotto i riflettori a seguito di un’inchiesta della BBC che ha rivelato gravi problemi riguardanti la gestione degli animali e le condizioni lavorative del personale. Lo zoo, situato a Dalton-in-Furness, Cumbria, è stato coinvolto in numerose controversie negli ultimi anni, nonostante un cambio di gestione avvenuto nel 2017, che avrebbe dovuto portare a significativi miglioramenti.

Tra gli incidenti più tragici vi è la morte della custode Sarah McClay, uccisa da una tigre nel 2013. Questo evento, insieme alla morte evitabile di molti animali, ha gettato un’ombra sull’intera gestione del parco zoologico. Secondo l’inchiesta, quasi 500 animali sarebbero morti tra il 2013 e il 2016.

L’ente RSPCA e altre associazioni per la protezione degli animali avevano chiesto la chiusura dello zoo, ma nel 2017 il Consiglio locale ha concesso una nuova licenza alla Cumbria Zoo Company Limited (CZCL), una società subentrata dopo la revoca della licenza al precedente proprietario, David Gill.

Non solo animali feriti, ma anche una cultura del lavoro tossica

Nonostante le promesse di cambiamento, ex dipendenti dello zoo, che hanno parlato sotto anonimato, hanno denunciato il persistere di condizioni critiche per gli animali. Fotografie e video mostrati alla BBC documentano animali feriti, come una giraffa con lesioni alla testa e un capibara con tagli multipli.

Altri problemi segnalati riguardano animali sottoposti a maltrattamenti, sovraffollamento e lotte fra animali in gabbie inadeguate. Anche il sovraffollamento di animali ha causato incidenti, come la morte di un pavone sbranato da lontre giganti davanti a un gruppo scolastico.

Oltre ai problemi legati agli animali, è stata denunciata una cultura del lavoro tossica, caratterizzata da episodi di bullismo tra il personale e turn-over elevato. Alcuni dipendenti hanno riferito di essere stati umiliati durante riunioni e di aver visto colleghi in lacrime o dimettersi.

In risposta alle accuse, la direzione dello zoo ha sempre negato ogni addebito, sostenendo che le condizioni degli animali fossero buone e che i problemi riscontrati siano stati causati da una campagna di discredito da parte dei proprietari del terreno.

Le ispezioni degli enti locali e degli ispettori indipendenti sembrano confermare miglioramenti, ma l’ombra del passato problematico dello zoo rimane, così come le critiche di ex dipendenti e di organizzazioni animaliste. Situazioni come quelle denunciate da BBC sono inaccettabili in strutture che più volte abbiamo segnalato non tutelare il benessere degli animali che dovrebbero vivere liberi e nei loro habitat naturali.

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