Secondo le stime dei biologi, sono oltre 2 milioni gli animali che hanno perso la vita negli incendi in Bolvia: una perdita importante e preoccupante
Dopo i devastanti incendi che hanno colpito la foresta amazzonica durante l’estate, arrivano le prime stime sulle perdite causate dalle fiamme. Secondo i biologi, solo in Bolivia sarebbero morti 2,3 milioni di animali selvatici tra cui formichieri, tapiri, tassi ma anche animali più veloci come puma e giaguari.
“Abbiamo consultato i biologi della Chiquitania e abbiamo superato la stima di 2,3 milioni di animali dispersi in molte aree protette” ha dichiarato Sandra Quiroga, Professoressa dell’Università di Santa Cruz.
La stima è stata fatta in base al numero di carcasse carbonizzate ritrovate nelle zone colpite dagli incendi che da agosto hanno distrutto oltre quattro milioni di ettari di foresta boliviana che includono i cento ettari della riserva di Tucavaca, a est di Santa Cruz.
Nel frattempo i centri di recupero della fauna selvatica sono al lavoro per cercare animali sopravvissuti e prestare loro soccorso, ma ritrovare gli esemplari dispersi è difficile e riuscire a garantire loro cure adeguate richiede risorse economiche e attrezzature carenti nelle strutture adibite al ricovero degli animali feriti.
La perdita di così tanti esemplari in un tempo così limitato è preoccupante perché riduce sensibilmente la biodiversità e questo avrà conseguenze importanti e disastrose sull’ecosistema della foresta.
“La foresta è completamente carbonizzata e il danno è irreversibile. Non si tornerà mai più alla normalità” ha aggiunto la Professoressa Quiroga.
Quest’estate sono stati registrati 34.000 incendi in Bolivia, il 75% rispetto allo scorso anno.
La zona orientale di Santa Cruz è stata quella più colpita e a partire dal mese di agosto 5000 tra vigili del fuoco e militari sono in azione a terra e su elicotteri e aerei antincendio per spegnere le fiamme, ma ad oggi i roghi non risultano ancora completamente estinti.
Il governo boliviano ricalca la posizione di quello brasiliano e attribuisce la diffusione delle fiamme al clima secco e ai venti.
Gli ambientalisti attribuiscono invece la colpa degli incedi alla politica del presidente Evo Morales che, come quella di Bolsonaro, sta incoraggiando la distruzione della foresta per consentire ad agricoltori e allevatori di estendere le proprie attività produttive.
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Tatiana Maselli
Photo credit: Alerta Geo